E per il borgo medievale si tratta

15 Giugno 2014

Investitori francesi e italiani su Valle Piola: eco villaggio o albergo diffuso

TERAMO. Tre investitori, uno francese e due italiani, sono tra i possibili acquirenti di Valle Piola, il borgo medievale messo in vendita online per 550mila euro. L’intero paese, che si trova nel comune di Torricella Sicura in provincia di Teramo, era stato messo all’asta per la prima volta nel 2011 per la stessa modica cifra. Fabio Pisi Vitagliano, autore degli ultimi annunci apparsi il 15 aprile su kijiji.it e il 30 maggio su ebay.it, spiega che «oltre al prezzo di vendita per l’acquisizione del borgo, si parla di investire milioni di euro per la sua ristrutturazione». «Le spese variano a seconda di quello che si vuole realizzare, ma potremmo supporre almeno 1000 euro a metro quadro».

Dodici edifici da restaurare, un mulino ad acqua e sei ettari di terreno all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso in una posizione mozzafiato, a circa mille metri di altitudine sul Monte Farina, è quanto cercano di vendere i componenti del Valle Piola Rebirth Team attraverso il sito web www.vallepiola.it.

«All’inizio non era ancora stato creato un gruppo di lavoro che gestisse la vendita. Chi se ne occupava non conosceva le lingue straniere», spiega Pisi Vitagliano, consulente strategico 36enne e poliglotta, «adesso, con un team di quattro persone, abbiamo a disposizione un vasto bagaglio linguistico e possiamo rapportarci con un mercato più ampio». Ad affiancarlo ci sono l’architetto Domenico Di Francesco, il business consultant Marco Di Cristofaro e il geometra Giacomo Ciapanna.

Negli ultimi tre anni si sono susseguiti annunci di vendita online e offline, oltre a decine di articoli apparsi su riviste italiane e straniere che parlavano del piccolo borgo abruzzese disabitato da quasi trent’anni, l’antica Vallis Podioli menzionata per la prima volta in un documento del 1059.

Nonostante i tanti potenziali acquirenti che avevano mostrato interesse nel corso del tempo, Pisi Vitagliano rivela una delle problematiche che inizialmente ha influito sulla mancata vendita: «Abbiamo avuto difficoltà perché non erano ancora stati rintracciati tutti i proprietari del borgo. Gli investitori dovevano relazionarsi con più soggetti, ma una volta ultimata l’acquisizione dei casolari, la situazione è nettamente migliorata. Tre edifici sono ancora di proprietà del Comune, che comunque si è sempre mostrato favorevole al recupero del borgo e a concedere i propri immobili in locazione o in vendita».

Su Internet si legge che la superficie totale in vendita è di 4400 metri quadri, che si traduce in una spesa di soli 125 euro per metro quadrato - a cui vanno sommati approssimativamente gli altri 1000 euro per la ristrutturazione.

Questo, però, non sembra scoraggiare chi è davvero interessato ad acquistare il paesino teramano. «Al momento abbiamo un investitore francese che vorrebbe realizzare un eco-villaggio. L’ho incontrato e mi ha aggiornato sulla situazione. Deve trovare persone che lavorino con lui in loco e sta cercando di coinvolgere altri investitori», continua l’imprenditore, «si tratta di un’operazione lunga che richiede, tra l’altro, molte verifiche tecniche. Abbiamo un secondo investitore, italiano stavolta, che vuole realizzare un albergo diffuso, ma deve trovare altri soci. L’ho sentito l’ultima volta all’incirca un mese fa. C’è anche un terzo investitore, un italiano che vive a Londra. Vorrebbe trasformare Valle Piola in un villaggio che diventi un punto di incontro per gli artisti». Quanto agli altri progetti mancati, il consulente strategico conclude: «Le domande pervenute sono state equivalenti da parte di italiani e stranieri».

Chiara Di Giovannantonio

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