Esperimento sotto il Gran Sasso, scatta la mobilitazione
Le iniziative di protesta contro il trasferimento del materiale radioattivo. Il sindaco di Notaresco: "Serve una manifestazione forte come il blocco della Statale 150"
TERAMO. Si passa alla protesta contro l'esperimento con sostanze radioattive sotto il Gran Sasso. Dalle assemblee sui territori ed anche all'interno dei quartieri alla partecipazione alla manifestazione organizzata per l'11 novembre a Teramo, passando per il ricorso al Tar del Lazio. Sono le diverse possibili iniziative contro l'esperimento Sox di cui si è discusso nell'assemblea pubblica che si è svolta nella sede di Teramo Nostra, convocata dal Movimento "Mobilitazione acqua Gran Sass", e che ha visto oltre alla partecipazione di numerosi cittadini, quella del sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura. «Nei prossimi giorni chiederò al presidente della Provincia di convocare l'assemblea dei sindaci per parlare di questa vicenda - ha detto Di Bonaventura - E sono delle idea che ci serva una manifestazione forte, come bloccare ad esempio la Statale 150. La provincia di Teramo viene costantemente violentata, e i capibastone pensano solo alle elezioni».
Nel corso della riunione Augusto De Sanctis del Forum H2O ha ripercorso tutte le tappe della vicenda relativa all'annunciato esperimento Sox, della notizia alle rassicurazioni del ministro Gian Luca Galletti. Rassicurazioni che non sembrano aver fatto breccia. «I laboratori già hanno fatto diversi incidenti, con situazioni anche più facili da gestire - ha sottolineato De Sanctis - basti pensare al diclorometano che si sono persi da una vaschetta». De Sanctis nel corso dell'assemblea ha espresso le perplessità rispetto ai numerosi rischi che gli enti preposti hanno cercato di sminuire, a partire dalla questione sismica. «Su questo aspetto, ad esempio, dipende da cosa hanno considerato - ha dichiarato De Sanctis - i laboratori sono stati progettati per lo scuotimento, ma tutta la partita della rottura delle faglie, e cioè quello che è accaduto sul Vettore, è un'altra cosa. Lì non c'è ingegnere che tenga. Poi bisogna vedere lo stato delle gallerie in caso di dislocazione». Fra i rischi concreti, secondo De Sanctis, anche quello dell'errore umano e l'effetto domino. «Questa sorgente radioattiva viene messa sotto borexino, quindi sotto centinaia di tonnellate di sostanze chimiche - ha concluso - ci può essere un incidente su borexino, magari rilevante, e allora quella sorgente che fine fa?».