Falsi documenti ai cinesi, 45 arresti

Commercialisti, il vigile urbano e agenti immobiliari nella maxi-retata. Cento indagati.

ALBA ADRIATICA. Documenti falsi per far entrare in Italia i familiari di cittadini cinesi. Un pacchetto “tutto compreso”, con buste paga gonfiate e finti alloggi, al prezzo di diecimila euro. Quando fosse esteso il giro non è ancora possibile saperlo, ma è certo che la polizia potrebbe aver messo le mani su un traffico con un raggio d’azione molto più ampio di quello teramano. L’operazione è scattata all’alba di ieri, quando 120 agenti hanno notificato 45 ordinanze di custodia cautelare.
In carcere, insieme a decine di cinesi regolari residenti tra Alba, Martinsicuro e Sant’Egidio, sono finiti commercialisti, geometri, titolari di agenzie immobiliari, proprietari di case e un vigile urbano di Alba. Nove gli albensi arrestati. Tutti professionisti, gente conosciuta che, secondo quanto ipotizzato dalla procura, aveva messo insieme conoscenze e rapporti personali per fare soldi sfruttando l’immigrazione clandestina.

GLI ARRESTI.
Delle 45 ordinanze di custodia firmate dal gip Marco Billi, su richiesta del pm David Mancini, 21 sono in carcere e 24 agli arresti domiciliari. Trenta quelle già eseguite. All’appello ne mancano quindici, tutti cinesi. Cento gli indagati. Sono accusati di concorso in attività illegali, finalizzate al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo l’accusa il gruppo, con al vertice il commercialista Giuliano Boffi e la moglie Giovanna Di Lorenzo, produceva documentazione falsa per chi non possedeva i requisiti, falsifica buste paga e planimetrie di alloggi, con l’aiuto, in quest’ultimo caso, del vigile urbano delegato agli accertamenti delle residenze.

Per perfezionare le pratiche era necessaria la partecipazione di intermediari cinesi, titolari di ditte in Abruzzo e Toscana che in molti casi redigevano falsi contratti di prestazione occasionale indispensabili per alterare il reddito di coloro che richiedevano il ricongiungimento. La squadra mobile ha individuato 112 pratiche gestite dallo studio commerciale tra il 2007 e il 2009: di queste, 13 sono di cittadini cinesi che hanno ottenuto la carta di soggiorno, 12 sono state bloccate in questura, 12 nei consolati italiani in Cina e 2 pronte per il ritiro allo sportello unico per l’immigrazione.

IL VIA ALLE INDAGINI. Le indagini sono partite l’anno scorso dopo il controllo di alcune pratiche giacenti allo sportello unico per l’immigrazione, pratiche alcune delle quali ritenute sospette. In particolare le autocertificazioni di residenza fatte dai cittadini cinesi sono risultate false. Le prime indagini della polizia hanno accertato che i richiedenti di quei ricongiungimenti non avevano mai alloggiato in quelle case.

LE PRATICHE SOSPETTE.
Ben presto gli uomini della squadra mobile, diretti da Gennaro Capasso, hanno scoperto che tutte quelle pratiche sospette arrivavano dallo studio commerciale Boffi, di Alba. «Lo studio», scrive la polizia, «aveva approntato un sistema di contatti gestito dalla consorte del Boffi, signora Giovanna Di Lorenzo, figura cardine dell’intera vicenda». Secondo la polizia l’attività di quest’ultima «consisteva nella predisposizione di un’attività illecita, occulta e parallela rispetto a quella ordinaria dello studio commerciale finalizzata da un lato a procurare alloggi idonei, indispensanbili per ottenere la residenza e successivamente il ricongiungimento familiare, e dall’altro a realizzare o alterare, con il concorso di ditte compiacenti, le buste paga che i cittadini cinesi dovevano presentare».

In questo meccanismo avevano un ruolo anche il geometra Antonio Di Gennaro che, sempre secondo l’accusa, alterava la planimetria degli appartamenti dei cinesi ampliandoli. E poi l’agenzia immobiliare Bruni che, per l’accusa, avrebbe messo a disposizione appartamenti e un’intera palazzina.

I NOMI. Gli arrestati di Alba sono: Giovanna Di Lorenzo, 55 anni, e il marito Giuliano Boffi, 58 anni, commercialista; il vigile urbano Massimo Ritrecina, 47 anni, Gino Bruni, 49 anni, e la madre Giuliana Esposito, 62 anni, titolari dell’agenzia immobiliare, il geometra Antonio Di Gennaro, 55 anni, Lanfranco Marziale, 62 anni, (arresti domiciliari) e la moglie Miriam Bacà, 61 anni, Marzia Di Lorenzo, 52 anni, (arresti domiciliari).