Giorno del Ricordo, Sospiri: «Foibe una cicatrice per troppo tempo negata»

10 Febbraio 2025

Il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo ha commentato l’importanza di questa giornata per «rendere il giusto omaggio ogni giorno a coloro che hanno perso la vita in questa tragedia»

«La presenza di decine e decine di studenti alle celebrazioni odierne dedicate al Giorno del Ricordo ci dimostra la grande sensibilità ormai maturata anche tra i più giovani verso la tragedia delle Foibe, che ha visto il barbaro assassinio di almeno 11mila tra uomini, donne, anziani, bambini, uccisi solo perché italiani in Venezia Giulia, nel Quarnaro, nella Dalmazia, a opera dei partigiani jugoslavi alla fine della seconda guerra mondiale. Una tragedia che mai dovremo dimenticare, sulla quale mai dovremo permettere di far scendere, di nuovo, il silenzio delle Istituzioni». È il commento del Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri al termine della cerimonia odierna dedicata al Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe, iniziata con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa dello Spirito Santo, proseguita poi con la deposizione della corona d’alloro in piazza Martiri Giuliano Dalmati (ex Rampigna) e dell’omaggio floreale in piazza Italia dinanzi alla lapide di Norma Cossetto e con l’inaugurazione della lapide dedicata al questore di Fiume Giovanni Palatucci. 

«I libri, in tempi più recenti, ovvero quando c’è stato il riconoscimento ufficiale dell’eccidio delle Foibe – ha detto il Presidente Sospiri -, ci parlano di 11mila morti, un numero secondo alcuni sottostimato perché ancora in questi anni continuano a venire fuori i resti di quei corpi gettati negli inghiottitoi carsici già cadaveri, in alcuni casi ancora vivi. Uomini, donne, ragazzi, uomini di fede, docenti, anziani, uccisi perché italiani, perché simbolo di quella guerra che vedeva negli italiani gli usurpatori. Le Foibe sono la cicatrice della nostra anima, che per tanto, troppo tempo, è stata addirittura negata, mentre si consumava il dramma degli esuli, scacciati dalla loro terra perché stranieri, scacciati dall’Italia perché non-italiani. Credo dunque che sia obbligo delle Istituzioni rendere il giusto omaggio ogni giorno a coloro che hanno perso la vita in questa tragedia, ricordando attraverso monumenti simbolo quegli uomini, come il questore Palatucci, che hanno dato la propria vita per salvarne altre 10, 100. Ma soprattutto è nostro dovere perpetrare il loro Ricordo ai nostri figli, nipoti, alle generazioni che verranno affinchè garantiscano ogni giorno il proprio impegno per conservare l’Italia quel paese libero, solido, democratico quale è oggi».