IL CENSIMENTO
Grotte, chiese, scuole, santuari: l'Abruzzo dimenticato e che chiede spazio
Nella classifica"I luoghi del cuore" del Fai la rivalsa de la Grotta del Cervo a Carsoli, del Convitto Delfico a Teramo, di San Leucio a Rocca di Mezzo e del Santuario a Paganica
PESCARA. Sono chiamati "I luoghi del cuore" e sono i posti da non dimenticare, da difendere dal presente e futuro incerto. E nella speciale classifica provvisoria indetta dal Fai (fondo per l'ambiente italiano) con una raccolta voti che vale come una sorta di censimento, in Abruzzo troviamo luoghi che non sono stati fino ad oggi valorizzati dal punto di vista turistico e storico ambientale e che rivendicano giusta considerazione.
E' l'Abruzzo sconosciuto, o quantomeno quello che in pochi conoscono, che chiede l'adeguato spazio per quel che conta e che merita di avere.
A indicarli e quindi a suggerirli sono coloro che amano il patrimonio di storia, arte e natura e che aderiscono alla campagna partita a livello nazionale e che in due mesi ha raccolto 450mila voti online e cartacei (il voto prosegue fino al 10 aprile 2025 su iluoghidelcuore.it e mediante i moduli cartacei scaricabili dal sito): "Uno dei migliori risultati iniziali mai registrati in vent’anni del programma", sottolineanno al Fai, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Al primo posto a livello nazionale c'è la Scuola militare e Chiesa della Nunziatella a Napoli, al secondo la Fontana Antica di Gallipoli (Lecce), al terzo la Chiesa di San Giorgio nel borgo di Tellaro a Lerici (La Spezia).
Ma per quel che riguarda l'Abruzzo è il nono posto che ci interessa. Perché è qui, fra luoghi più o meno rinomati e più votati, che si classifica l'ammirevole Grotta del Cervo, nella riserva naturale Grotte di Pietrasecca a Carsoli: una cavità di 2500 metri scoperta da 14 speleologi romani (chiamati “I 14 dell’Ovito”) solo nel 1984 ma certamente frequentata in epoca antica.
E a spingerla così in alto nella classifica Fai contribuisce senz'altro il gruppo "Gli Amici della Grotta del Cervo", nato in occasione de “I Luoghi del cuore” proprio con l’auspicio di renderla sempre più nota e valorizzarla, con un sistema di illuminazione e infrastrutture per proteggere il pavimento fossile e migliorare l’accessibilità.
Al secondo posto regionale de "I luoghi del cuore" c'è un'altra sorpresa che ha però un altro valore storico e a questo punto di rivalsa sociale: il Convitto nazionale Melchiorre Delfico a Teramo. Sì, proprio la storica sede della scuola che è stata sequestrata di recente dalla Procura perché ritenuta poco sicura per personale, impiegati e studenti malgrado i precedenti i lavori di ristrutturazione.
La seconda posizione in classifica ha il sapore della rivendicazione, un segnale di appartenenza di un edificio che fa parte della città e dove in tanti sono crescituti e si sono formati. E al quale non vogliono rinunciare, ma anzi, ripartire.
Al terzo posto c'è l'antica chiesa di San Leucio a Rocca di Mezzo nel parco regionale Velino Sirente, nella via della transumanza orizzontale, sulla direttrice Puglia-Abruzzo. Anche in questo caso c'è un perché dietro alla raccolta di voti.
La chiesa fu rasa al suolo nel 1703 dal terremoto dell'Aquila; ricostruita accanto all'area iniziale, subì di nuovo i danni del terremoto di Avezzano (1915). Agli inizi degli anni '30 fu completamente restaurata. Ma il terremoto del 2009 dell'Aquila l'ha resa completamente inagibile. Eppure residenti ed emigrati ogni anno dell'ultima domenica di luglio si ritrovano nel piazzale erboso adiacente, sotto un'abetina, per celebrare il santo patrono, insieme a S. Antonio abate e alla Madonna delle Grazie. E allora ecco che la classifica del Fai è l'occasione per richiamare l'attenzione sulla chiesa di San Leucio affinché anche qui possano partire i lavori e torni di nuovo agibile.
Al quarto posto della graduatoria Fai troviamo il Santuario della Madonna d'Appari a Paganica.
Chi sa che la sua denominazione trae origine dall'apparizione dell'immagine sacra della Madonna, avvenuta a Paganica nel XV secolo? Chi sa che dietro l'altare c'è una piccola sagrestia nella roccia, collegata con una scaletta ad un piccolo eremo che, forse, risale al 1400? Chi vota il Santuario ha a cuore la sua storia e chiede che non giaccia dimenticato, fuori da percorsi turistici e programmi di rivitalizzazione.
copyright il Centro