Il comandante: la voce nel cd è mia
Carcere, il capo delle guardie confessa. Scoperto il detenuto picchiato
TERAMO. «La voce del cd è mia». Il comandante delle guardie penitenziarie ammette e si difende. Nel giorno in cui Castrogno diventa un caso nazionale, nel carcere teramano entrano la parlamentare radicale Rita Bernardini e gli ispettori del ministro Angelino Alfano.
I due ispettori ieri hanno identificato e sentito il detenuto vittima del presunto pestaggio, un italiano recluso per reati connessi alla droga. E’ stata acquisita la sua cartella clinica nell’infermeria della casa circondariale relativa proprio al giorno in cui si sarebbe verificato il fatto: materiale che già oggi sarà sul tavolo di Alfano. Ma non solo. Gli ispettori, che per tutta la giornata sono rimasti in carcere, hanno anche raccolto altre testimonianze, sia di detenuti che di agenti.
L’AMMISSIONE. L’ ammissione del comandante Giuseppe Luzi è arrivata ieri, intorno alle 15.30, proprio di fronte ai cancelli del carcere di Castrogno. A riferire la frase sono stati la deputata Rita Bernardini e il segretario della Uil penitenziari Eugenio Sarno, in visita ieri nella struttura proprio a seguito della diffusione del cd con la registrazione di un dialogo in cui due agenti parlano di un detenuto “massacrato”, un cd recapitato via posta al Centro insieme alla lettera anonima di un sedicente «detenuto stanco delle vessazioni all’interno del carcere». Il comandante Luzi ha ammesso di essere la voce, specificando però alla deputata e al sindacalista di non essersi riferito ad un un episodio di violenza, ma solo ad un richiamo verbale fatto dagli agenti ai detenuti, dopo un tentativo di aggressione di quest’ultimi.
Anche se il comandante non spiega quel «massacrato» che si sente nell’audio. Le frasi contenute nel cd e registrate con un cellulare sono state definite dalla Bernardini «gravissime», anche se ha specificato «nessuno dei detenuti che ho incontrato mi ha riferito di episodi di violenza, ma con noi durante la visita c’era anche il direttore». Luzi avrebbe anche ammesso di aver usato in quell’episodio «un linguaggio da caserma, in un clima», secondo la Bernardini, «fatto di persone che vivono ristrette e abbrutite, per cui è facile sfociare in scatti d’ira e violenze».
L’ACCUSA. Il caso della presunta violenza ha riportato l’attenzione sulla difficile situazione del carcere teramano, definita «esplosiva» dalla Bernardini, per il cronico sovraffollamento (oltre 400 detenuti a fronte di una capienza di 250) e per la mancanza di personale (sarebbero necessari almeno altri 48 agenti). «In questo carcere si marcisce nelle celle», ha spiegato la deputata, «si può fare la doccia solo 3 volte a settimana, non c’è riscaldamento, molti detenuti si ammalano, solo pochissimi studiano o lavorano». La Bernardini ha sottolineato come nell’istituto manchi da mesi una gestione seria, per l’assenza del direttore, che viene sostituito da Stefano Liberatore, responsabile del carcere di Sulmona. «Cosa aspetta Alfano a prendere provvedimenti?», ha concluso la parlamentare, «sta forse aspettando che scoppino le rivolte?».
L’INCHIESTA. Nei giorni scorsi il sostituto procuratore David Mancini ha disposto l’acquisizione del compact disc. Lo stesso pm, che fino a ieri non aveva ancora iscritto nessuno nel registro degli indagati, ha disposto una perizia fonica sul cd, anche se ormai questo accertamento sembra superato dall’ammissione. E non è escluso che già nelle prossime ore in carcere possano esserci rimozioni o trasferimenti.
(ha collaborato Barbara Gambacorta)
I due ispettori ieri hanno identificato e sentito il detenuto vittima del presunto pestaggio, un italiano recluso per reati connessi alla droga. E’ stata acquisita la sua cartella clinica nell’infermeria della casa circondariale relativa proprio al giorno in cui si sarebbe verificato il fatto: materiale che già oggi sarà sul tavolo di Alfano. Ma non solo. Gli ispettori, che per tutta la giornata sono rimasti in carcere, hanno anche raccolto altre testimonianze, sia di detenuti che di agenti.
L’AMMISSIONE. L’ ammissione del comandante Giuseppe Luzi è arrivata ieri, intorno alle 15.30, proprio di fronte ai cancelli del carcere di Castrogno. A riferire la frase sono stati la deputata Rita Bernardini e il segretario della Uil penitenziari Eugenio Sarno, in visita ieri nella struttura proprio a seguito della diffusione del cd con la registrazione di un dialogo in cui due agenti parlano di un detenuto “massacrato”, un cd recapitato via posta al Centro insieme alla lettera anonima di un sedicente «detenuto stanco delle vessazioni all’interno del carcere». Il comandante Luzi ha ammesso di essere la voce, specificando però alla deputata e al sindacalista di non essersi riferito ad un un episodio di violenza, ma solo ad un richiamo verbale fatto dagli agenti ai detenuti, dopo un tentativo di aggressione di quest’ultimi.
Anche se il comandante non spiega quel «massacrato» che si sente nell’audio. Le frasi contenute nel cd e registrate con un cellulare sono state definite dalla Bernardini «gravissime», anche se ha specificato «nessuno dei detenuti che ho incontrato mi ha riferito di episodi di violenza, ma con noi durante la visita c’era anche il direttore». Luzi avrebbe anche ammesso di aver usato in quell’episodio «un linguaggio da caserma, in un clima», secondo la Bernardini, «fatto di persone che vivono ristrette e abbrutite, per cui è facile sfociare in scatti d’ira e violenze».
L’ACCUSA. Il caso della presunta violenza ha riportato l’attenzione sulla difficile situazione del carcere teramano, definita «esplosiva» dalla Bernardini, per il cronico sovraffollamento (oltre 400 detenuti a fronte di una capienza di 250) e per la mancanza di personale (sarebbero necessari almeno altri 48 agenti). «In questo carcere si marcisce nelle celle», ha spiegato la deputata, «si può fare la doccia solo 3 volte a settimana, non c’è riscaldamento, molti detenuti si ammalano, solo pochissimi studiano o lavorano». La Bernardini ha sottolineato come nell’istituto manchi da mesi una gestione seria, per l’assenza del direttore, che viene sostituito da Stefano Liberatore, responsabile del carcere di Sulmona. «Cosa aspetta Alfano a prendere provvedimenti?», ha concluso la parlamentare, «sta forse aspettando che scoppino le rivolte?».
L’INCHIESTA. Nei giorni scorsi il sostituto procuratore David Mancini ha disposto l’acquisizione del compact disc. Lo stesso pm, che fino a ieri non aveva ancora iscritto nessuno nel registro degli indagati, ha disposto una perizia fonica sul cd, anche se ormai questo accertamento sembra superato dall’ammissione. E non è escluso che già nelle prossime ore in carcere possano esserci rimozioni o trasferimenti.
(ha collaborato Barbara Gambacorta)