«L’Aquila e l’Abruzzo torneranno a correre»
Parla il generale Francesco Attardi, comandante regionale della Guardia di Finanza
L'AQUILA. Solo ne primi mesi del 2014 la Guardia di Finanza ha rilevato in Abruzzo una evasione ai fini delle imposte dirette di 95 milioni di euro e ai fini dell'Iva di 27,4 milioni. Mentre nel contrasto alla cosiddetta evasione fiscale internazionale ha recuperato circa 3,8 milioni di euro. Sono alcuni dei numeri del bilancio dell'attività della Guardia di finanza abruzzese resi noti dal comandante regionale generale Francesco Attardi, nel corso della cerimonia di celebrazione all’Aquila del 240° anniversario della fondazione del Corpo.
Generale Attardi, che bilancio fa dei suoi due anni in Abruzzo?
«Ho assunto il comando della Guardia di Finanza di questa regione in una città che tre anni prima aveva visto cambiare la sua storia, nella quale ho avuto modo di incontrare gente laboriosa e seria. Ho assistito a una reazione straordinaria della gente aquilana che, con grande senso di responsabilità, frutto di una cultura profonda, pur in mezzo alle numerose, indubbie difficoltà da affrontare e senza nascondere i problemi, sta cercando di rialzarsi e correre più di prima, per se stessa, per la regione e per l'intero paese».
È vero che lascerà l’Abruzzo?
«Sì, tra circa un mese e mezzo lascerò questa regione per raggiungere Roma, dove assumerò un nuovo, importante incarico. Sono convinto che la tensione al miglioramento, che ormai costituisce un obiettivo del lavoro di ogni singolo finanziere dell'Abruzzo, continuerà ad esprimersi anche in futuro, a tutto vantaggio della collettività locale. E desidero ringraziare chi in questi anni mi è stato vicino e mi ha supportato nell'assumere decisioni anche difficili, ma comunque sempre ispirate al superiore interesse istituzionale e a una convinta sinergia con tutti gli altri attori istituzionali, cercando sempre di far sentire la Guardia di finanza utile ma soprattutto all'altezza dei tempi che viviamo e attenta alle esigenze della parte sana di questa regione».
A che punto è la crisi economica e come si ripercuote sulla vostra attività?
«Sono ancora evidenti gli effetti di quella crisi che ha rappresentato una minaccia per il sistema economico e una grande opportunità per l'illegalità. Una crisi che non solo ha prodotto meno ricchezza e fatto aumentare il numero dei disoccupati, ma ha avuto come effetto collaterale quello di far crescere l'evasione fiscale, influenzando la psicologia delle famiglie e degli individui».
Come bisognerebbe intervenire?
«Nell'attuale scenario di crisi finanziaria internazionale, è indispensabile adoperarsi concretamente per garantire la salvaguardia della sicurezza economica e finanziaria dei cittadini, che significa anche garantire una particolare tipologia di ordine pubblico, quello economico, oggi sempre minacciato da varie forme di criminalità. Proprio in questa direzione si inserisce l'attività della Guardia di finanza, che si fonda sull'integrazione tra i poteri di polizia tributaria, economico-finanziaria e di polizia giudiziaria».
Non è un compito facile.
«Infatti vi sono vincoli di risorse, normativi, di sistema, vincoli che solo l'impegno costante e la sincera dedizione consentono di superare. Inoltre il mutato scenario di riferimento ha fatto adeguare le nostre strategie. È stata per esempio rimodulata la nostra azione, più concreta e flessibile a tutela delle entrate erariali, a cui si affianca quella sul versante del controllo della spesa pubblica».
L’evasione fiscale resta sempre una emergenza?
«Il tema della lotta all'evasione fiscale è tornato prepotentemente alla ribalta, conseguenza dello stato di crisi che da anni sta vivendo la nostra economia, situazione che rende senz'altro più direttamente percepibile per la collettività il danno derivante dal mancato pagamento delle imposte. Sappiamo come l'evasione fiscale genera gravi distorsioni di mercato ed iniquità sociale, costituendo anche un freno sia allo sviluppo del paese sia all'adozione di incisive misure ridistributive del reddito. Per questo lo stesso governo punta molto alla lotta all'evasione fiscale che, sappiamo, mina alle fondamenta il patto tra stato e cittadino».