Serie A, fermate le prime tre in classifica. L’Inter insegue il Napoli in vetta
Nella ventitreesima giornata rallentano le prime tre in classifica, pareggiando rispettivamente contro la Roma, il Milan e il Torino. In coda, Lecce e Verona provano ad allontanarsi dalla zona retrocessione.
SERIE A. La ventitreesima giornata si apre con una sfida molto interessante e ricca di gol tra due squadre che giocano a viso aperto, Parma e Lecce. Il Parma al 20’ sfiora la rete con Mihaila, che colpisce il palo andando vicino alla prima marcatura stagionale con la maglia crociata, ma poi è il Lecce ad assaporare il gol del vantaggio, annullato per fuorigioco di millimetri da parte di Krstovic. Sblocca la partita un penalty di Valeri al 34’, ma appena due minuti dopo pareggia lo stesso Krstovic con un colpo di testa eccezionale. Nella ripresa, la squadra di casa fallisce una grande chance in ripartenza con Cancellieri ed è proprio in un ribaltamento di fronte che i salentini concretizzano la rimonta, stavolta con Pierotti, imbeccato in profondità sempre dall’attaccante montenegrino. Allora la squadra di Giampaolo abbassa il baricentro e, quando ha la possibilità di fare male, chiude la partita: Krstovic guida un altro contropiede e serve Pierotti sul lato più scoperto della difesa romagnola che, anche grazie a una deviazione, trova la doppietta personale. Termina così 1-3, con i giallorossi che fanno un importante balzo in classifica staccando proprio la formazione di Pecchia, che invece rimane ancorata al terzultimo posto. Alle 15 di sabato si gioca invece a Monza e Udine, che rispettivamente ospitano Verona e Venezia.
La partita tra Monza e Verona è un vero e proprio scontro salvezza, che viene deciso da un autogol nel primo tempo: al 13’, Serdar accelera sulla destra e mette in mezzo, trovando la goffa respinta da parte di Lekovic, difensore serbo appena arrivato dalla Stella Rossa. Si fa veramente durissima per i brianzoli, che nella sessione di calciomercato invernale sono stati tra i più attivi, con acquisti, di cui la maggior parte in prestito, e cessioni, tra le quali spiccano quelle di Marì, Djuric e soprattutto Daniel Maldini. Sembra veramente un’impresa non retrocedere per la squadra di Bocchetti, ma chissà se i nuovi innesti riusciranno a riportare l’entusiasmo, in un clima di sincera rassegnazione. Udinese e Venezia regalano invece un grande spettacolo, con ben 5 gol, tutti realizzati nella seconda metà di gara. Sblocca l’incontro il solito Lucca al 47’, che approfitta di un’uscita fuori tempo di Joronen, subentrato a Stankovic nel primo tempo, per raggiungere quota 9 gol in Serie A, superando lo score dell’anno passato. Il raddoppio dei friulani arriva solo 5 minuti più tardi e, anche stavolta, con la complicità da parte dell’estremo difensore arancioneroverde: Thauvin crossa dalla destra, Cande anticipa l’uscita di Joronen e respinge corto, servendo involontariamente Lovric, che ne approfitta e fa 2-0. Quando la partita sembra incanalarsi sulla giusta strada per l’Udinese, ecco che arriva la rete che accorcia le distanze: da calcio di punizione diretto, Nicolussi Caviglia disegna una parabola meravigliosa, che si insacca alla spalle di Sava. I bianconeri provano a chiuderla ma sprecano più di un’occasione e vengono puniti da Gytkjaer al 78’, che da due passi pareggia. Il bomber danese sembrava a un passo dall’addio, ma la cessione di Pohjanpalo al Palermo ha rallentato e forse fatto svanire il suo trasferimento.
Nonostante l’inerzia tenda ora verso i Lagunari, la formazione di Runjaic torna davanti all’84’ con Iker Bravo: Solet salta 3 avversari e arriva sul fondo, dove appoggia a rimorchio per lo spagnolo, che d’esterno la piazza all’angolino. Secondo gol in campionato per Bravo, che era andato sul tabellino dei marcatori anche nella sfida d’andata. Alle 18 al Gewiss Stadium l’Atalanta affronta il Torino, imbattuto in trasferta da oltre due mesi e mezzo. La Dea fa la partita e va vicina all’1-0 al 21’ con Bellanova, che stoppa di petto e segna, ma un tocco di braccio dell’ex della gara rimanda il vantaggio nerazzurro. Passa qualche minuto e, al 35’, arriva veramente il gol che stappa il match: cross dalla bandierina dello stesso Bellanova e colpo di testa di Djimsiti, che sfugge a Rodriguez e sigla il primo gol in campionato, non lasciando scampo a Milinkovic-Savic. Dopo appena 6 minuti i granata ristabiliscono la parità, anche loro con un centrale difensivo, anche lui alla prima marcatura stagionale in Serie A: Lazaro pennella per Maripan, che batte l’incolpevole Rui Patricio dall’interno dell’area piccola, lasciato troppo solo dalla difesa di Gasperini. La possibile svolta arriva al minuto 72, quando Tameze trattiene Retegui in area di rigore e l’arbitro Piccinini assegna il penalty: dal dischetto si presenta il capocannoniere del campionato, che si fa però ipnotizzare dal super pararigori Vanja Milinkovic-Savic. Terzo rigore su tre parato dall’estremo difensore serbo, finora insuperabile dagli 11 metri. Alle 20.45 va in scena la partita tra Bologna e Como, che, a causa della filosofia di gioco di entrambi gli allenatori, è fin dai primi minuti ricca di occasioni. Al 13’ i padroni di casa sfiorano il vantaggio con Lucumì, che colpisce la traversa di testa. Il gol del vantaggio arriva comunque per la formazione di Vincenzo Italiano al 25’, con De Silvestri: cross dalla sinistra di Lykogiannis e incornata perfetta del capitano del Bologna. Terzo assist consecutivo per il greco, primo gol in stagione per il terzino romano e 1-0. Al 38’ momento cruciale del match: Ndoye ruba palla a Fadera e riparte, suscitando le veementi proteste dell’esterno gambiano per il mancato fischio. Nel prosieguo dell’azione, lo stesso Ndoye la mette in mezzo per Dallinga, che centra la traversa. Termina l’azione e continuano le lamentele di Fadera, che prima viene ammonito e poi espulso dall’arbitro Massimi. Il Como risente dell’inferiorità numerica e nella ripresa raddoppiano i felsinei, grazie al preciso inserimento di Fabbian, ben servito da Dominguez. Nel finale, Skorupski salva una punizione di Nico Paz e si regala il quarto clean sheet in questa Serie A.
Continua la volata dei rossoblu verso l’Europa, che mantenendo questo ritmo hanno grandi possibilità di rientrare nei primi posti. La domenica inizia all’Allianz Stadium, con la Juventus che accoglie in casa l’Empoli. Inizio shock per i bianconeri, che al 4’ vanno in svantaggio: da un corner, il pallone diventa buono per l’ex De Sciglio, che torna al gol in campionato a distanza di oltre 3 anni, precisamente 1120 giorni dopo. La Vecchia Signora inizialmente accusa il colpo, ma poi si affaccia più volte dalle parti di Vasquez, non riuscendo però a trovare il gol nella prima parte di gara. Nella ripresa, è Kolo Muani a dare la scossa: Koopmeiners prova a mandarlo in profondità, ma il suggerimento viene intercettato da Goglichidze. Dal successivo contrasto tra il georgiano e l’attaccante in prestito dal PSG, ha la meglio il francese che, solo davanti a Vasquez, riporta l’equilibrio alla partita. Il vantaggio della squadra di Motta arriva un po’ casualmente, sempre grazie a Kolo Muani: dopo circa 3 minuti dal gol del pari, Weah viene liberato al limite da una grande giocata da parte di Yildiz e tira verso la porta. La conclusione dello statunitense centra in pieno il classe ’98 e prende in controtempo il portiere colombiano dell’Empoli, che non riesce ad evitare la rete.
La Juve nella ripresa sembra un’altra squadra e nel finale, anche grazie all’espulsione di Maleh, dilaga: tornano al gol prima Vlahovic, con una splendida conclusione dal limite dell’area, e poi Conceicao, entrambi a secco dalla gara del 17 dicembre contro il Cagliari. Alle 15 si sfidano Fiorentina e Genoa. Così come nel match di domenica scorsa contro la Lazio, la viola parte fortissimo e va in vantaggio di due gol nella prima mezz’ora. Al 9’ la sblocca Kean, che aggancia Thuram al secondo posto della classifica marcatori: schema perfetto dei gigliati che libera il bomber italiano, che trova una meravigliosa coordinazione per realizzare l’1-0. Il raddoppio arriva al 30’ con Gudmundsson, che trova il gol dell’ex favorito da una deviazione. Partita già archiviata nella prima metà di gara, con la squadra di casa che viaggia spedita verso i 3 punti. Nella seconda frazione di gioco, accorcia le distanze De Winter, al secondo gol di fila dopo quello contro il Monza, che stavolta è però ininfluente ai fini del risultato. La squadra di Palladino sembra così essere uscita dal periodo peggiore, mentre la formazione allenata da Vieira, nonostante la sconfitta, può dirsi soddisfatta dei risultati ottenuti da quando il francese siede sulla panchina del Grifone. Alle 18, ecco il big match della ventitreesima giornata: il derby Milan-Inter. Primo tempo molto equilibrato, giocato ad alta intensità da entrambe le squadre. Il possesso è più nelle mani dei nerazzurri, con i rossoneri che prediligono invece la ripartenza. La squadra di Inzaghi spaventa i rossoneri in due occasioni in particolare, che portano ai gol di Dimarco e Lautaro, entrambi annullati per una posizione di fuorigioco abbastanza evidente anche a velocità normale. Dunque, il Biscione tiene sì il pallino del gioco, ma senza spaventare particolarmente i cugini. È il Diavolo a creare le opportunità più importanti, specialmente con Tijjani Reijnders: il fantasista olandese sfiora il gol al 38’, quando Sommer compie un miracolo su un suo tiro destinato all’incrocio dei pali. È proprio l’ex AZ Alkmaar a portare in vantaggio la squadra di Conceicao: Abraham ruba palla a Calhanoglu a metà campo e permette alla sua squadra di andare in contropiede. Theo corre verso l’area avversaria e, arrivato sulla trequarti, serve Leao in profondità: il portoghese mette in area un tiro-cross che Sommer non riesce a bloccare né ad allontanare a sufficienza e, sul pallone vagante, il primo ad arrivare è il centrocampista rossonero, che sigla così il settimo gol in campionato, oltre alla prima rete personale nel derby. L’1-0 arriva alla fine del primo tempo ed è una doccia gelata per l’Inter, che incassa un gol pesantissimo. Nella ripresa il tema tattico del match non cambia: possesso ai nerazzurri, ripartenze dei rossoneri. Ad essere diversa è la voglia nerazzurra di non perdere terreno in classifica, con la rosa di Inzaghi che accarezza più volte il pareggio. Dopo neanche un giro d’orologio, Lautaro ha una ghiottissima occasione di segnare, ma conclude troppo centralmente, non spaventando Maignan. Un grosso spavento Maignan lo corre al 64’, quando il capitano nerazzurro segna, ma l’arbitro Chiffi interrompe subito i festeggiamenti per un fallo su Theo Hernandez. Passano appena due minuti e Bisseck, subentrato a Pavard poco prima, colpisce il palo alla sinistra di Magic Mike, con il portiere rossonero che era rimasto immobile nella circostanza. Al 73’ episodio in area milanista: Thuram riparte e supera in velocità Pavlovic, venendo però fermato da Hernandez. L’intervento del terzino francese è perfetto, ciò che però scatena le proteste interiste è il contatto tra il difensore serbo e Thuram, suscitando anche la rabbia di mister Inzaghi nel post partita. Al minuto 82, azione fotocopia a quella che ha portato al palo di Bisseck: ancora Barella dalla bandierina, ancora con un traversone preciso in area, ancora il palo a salvare Maignan. A centrare il legno il solito Thuram, che aveva colpito con il ginocchio. Sembra incredibile, ma i nerazzurri colpiscono un altro palo nel recupero, con Dumfries: il neoacquisto Zalewski sgasa sulla fascia sinistra e mette in area per l’esterno olandese, che prende per la terza volta sempre lo stesso palo.
La porta sembra veramente stregata per l’Inter, che non riesce a trovare la via del gol in nessuna delle molteplici chances create. Ma il forcing della Beneamata è insistente e, al 93’, arriva finalmente il pareggio: Bisseck crossa profondo per Zalewski che, con grandissima lucidità, appoggia di petto a De Vrij anziché battere a rete. Il difensore ex Lazio non fallisce da due passi, facendo guadagnare ai nerazzurri un punto che può sembrare insufficiente per la quantità di azioni create, ma anche ottimo perché arrivato a poco dal fischio finale. Finisce così il derby di Milano, con l’Inter che non riesce a battere la compagine rossonera neanche in questa occasione. Sembra che dall’addio di Pioli, i nuovi tecnici che hanno guidato il Milan in questa stagione, quindi Fonseca prima e Conceicao poi, abbiano trovato nel contropiede l’arma per far male all’Inter, che invece era riuscita a vincere le precedenti 6 sfide. A chiudere il weekend, la Roma affronta il Napoli capolista, che ha la gigantesca occasione di allungare sulla squadra di Inzaghi. La strada per i partenopei sembra spianata, carichi dopo aver scoperto il risultato dei nerazzurri e anche consapevoli di affrontare una Roma rivoluzionata, con Ranieri che decide di lasciare in panchina 6/11 della formazione titolare. La sbloccano proprio gli azzurri al 29’, con il gol dell’ex di Spinazzola: l’esterno umbro viene servito sulla corsa da Juan Jesus e, con uno splendido pallonetto, batte Svilar.
I giallorossi reagiscono nel recupero del primo tempo, con Ndicka che scalda i guantoni di Meret. Nella ripresa la squadra di Conte crea qualche trama di gioco interessante, ma non riesce a chiudere la partita. D’altra parte, Ranieri inserisce prima Saelemaekers e Paredes, poi Dovbyk e infine Dybala. Paredes è quello che più mette in apprensione Meret, entrambe le volte da calcio piazzato diretto: prima colpisce l’esterno della rete, poi centra il palo. Quando sono però in campo gli uomini di maggiore qualità, è più facile impensierire gli avversari. È ciò che avviene al 92’: Saelemaekers e Soulè dialogano sulla fascia destra, con il belga che di prima intenzione scodella in area. Dal gruppone che si forma attorno al dischetto si stacca Angelino e, con una stupenda conclusione al volo, infila Meret e pareggia la partita. I campani non riescono così ad approfittare dei passi falsi di Atalanta e Inter, non riuscendo a mettere in cassaforte i tre punti. In conclusione, andrebbe fatto un elogio all’allenatore della Lupa, Claudio Ranieri: il tecnico romano ha preso la squadra in una preoccupante situazione di classifica, con pochissimi punti in più sul terzultimo posto in classifica. Con calma e coinvolgendo tutto il gruppo, il mister ex Cagliari ha riportato i giallorossi alla nona posizione, giocando a viso aperto anche contro la prima della classe, nonostante inizialmente il suo atteggiamento potesse sembrare remissivo sulla carta, pensando a una sconfitta già certa. Invece alla fine ha avuto ragione lui, riuscendo a conquistare un punto preziosissimo nel recupero. All’appello, manca soltanto Cagliari vs Lazio a chiudere la ventitreesima giornata. Di fondamentale importanza è adesso il recupero tra Fiorentina e Inter del prossimo giovedì, che potrebbe permettere agli uomini di Inzaghi di raggiungere il Napoli in vetta alla classifica.