«L’artigianato a picco»
Di Costanzo: Abruzzo, iscrizioni al minimo storico.
PESCARA. Artigianato in abruzzo: iscrizioni a picco nel secondo trimestre 2009. E’ quanto emerge dal rapporto della Cna che segnala come nel 2008 si è arrivati a meno 37%. «Tutti i settori sono stati colpiti, va male anche l’edilizia», scrive la Confederazione. Per la Cna è l’effetto combinato della crisi economica e del terremoto che ha spinto in giù il numero delle imprese artigiane abruzzesi, che sempre più numerose si cancellano dell’Albo. Un effetto che fatto precipitare «ai minimi storici una categoria produttiva che da sempre rappresenta la spina dorsale del sistema Abruzzo. Il tutto, senza più alcuna distinzione tra i diversi settori, dove anche l’edilizia è costretta a segnare il passo, e con il rischio concreto che alla fisiologica chiusura di aziende non segua più il necessario ricambio». «Tra aprile e giugno», spiega Graziano di Costanzo, direttore della Cna Abruzzo,, «svela lo studio messo a punto da Aldo Ronci per conto della confederazione artigiana presieduta da Franco Cambi sono state complessivamente 672 le nuove imprese iscritte all’Albo dell’artigianato, contro 590 cancellazioni, per un saldo attivo di 82 unità.
Dodici mesi fa, le iscrizioni erano state invece ben 1059 le iscrizioni, contro 774 cancellazioni, per un saldo di +537: una differenza, misurata in percentuale, di ben 37 punti rispetto all’anno passato». Ma sono soprattutto i dati provinciali a mettere a nudo quanto il terremoto del 6 aprile scorso abbia già prodotto sull’andamento delle iscrizioni camerali degli artigiani in tutta la regione: all’Aquila le new entry sono appena 132, contro le 275 dello stesso periodo dell’anno passato, con una caduta che sfiora il 52%. Quanto ai saldi, L’Aquila chiude il secondo trimestre 2009 con appena 12 imprese in più (le cancellazioni sono infatti 120), quando nel 2008 la differenza era di ben 116. «Dati gravi», commenta Di Costanzo, «e saranno ancora più drammatici.
L’effetto-sisma non è però l’unico fattore negativo. Pesanti flessioni nelle iscrizioni, rispetto al 2008, subiscono anche le altre tre province della regione: con Pescara in “maglia nera”, visto che finisce addirittura sotto zero per effetto delle 170 iscrizioni e delle 184 cancellazioni; con Chieti appena un gradino sopra (200 nuove iscrizioni e 138 cancellazioni), e Teramo a chiudere la lista con 170 iscrizioni contro 148 cancellazioni». Il credito, infine: «se il poco ossigeno al mondo della piccola impresa era arrivato nel 2008 dalle banche di minori dimensioni», fa presente Di Costanzo, «il primo semestre del 2009 ha invece eliminato questa residua anomalia: “rubinetti chiusi” per le Pmi da parte degli istituti bancari, qual che ne sia la dimensione».
Dodici mesi fa, le iscrizioni erano state invece ben 1059 le iscrizioni, contro 774 cancellazioni, per un saldo di +537: una differenza, misurata in percentuale, di ben 37 punti rispetto all’anno passato». Ma sono soprattutto i dati provinciali a mettere a nudo quanto il terremoto del 6 aprile scorso abbia già prodotto sull’andamento delle iscrizioni camerali degli artigiani in tutta la regione: all’Aquila le new entry sono appena 132, contro le 275 dello stesso periodo dell’anno passato, con una caduta che sfiora il 52%. Quanto ai saldi, L’Aquila chiude il secondo trimestre 2009 con appena 12 imprese in più (le cancellazioni sono infatti 120), quando nel 2008 la differenza era di ben 116. «Dati gravi», commenta Di Costanzo, «e saranno ancora più drammatici.
L’effetto-sisma non è però l’unico fattore negativo. Pesanti flessioni nelle iscrizioni, rispetto al 2008, subiscono anche le altre tre province della regione: con Pescara in “maglia nera”, visto che finisce addirittura sotto zero per effetto delle 170 iscrizioni e delle 184 cancellazioni; con Chieti appena un gradino sopra (200 nuove iscrizioni e 138 cancellazioni), e Teramo a chiudere la lista con 170 iscrizioni contro 148 cancellazioni». Il credito, infine: «se il poco ossigeno al mondo della piccola impresa era arrivato nel 2008 dalle banche di minori dimensioni», fa presente Di Costanzo, «il primo semestre del 2009 ha invece eliminato questa residua anomalia: “rubinetti chiusi” per le Pmi da parte degli istituti bancari, qual che ne sia la dimensione».