La legge gli permette di ritirare le dimissioni
Il sindaco ha tempo fino al 5 gennaio per tornare sui suoi passi
PESCARA. «Vedrete, andrà alla messa di Natale». Ma c’è chi si spingeva oltre ieri mattina sulla sorte del sindaco Luciano D’Alfonso in attesa della decisione del gip: «Potrebbe ritirare le dimissioni e tornare alla guida della città». La legge lo prevede, ma la decisione dovrà essere presa entro il 5 gennaio, quando scadranno i venti giorni canonici che il sindaco ha a disposizione per tornare sui suoi passi dopo la ufficializzazione delle sue dimissioni, formalizzate il 16 dicembre scorso all’indomani del suo arresto. La suspance cresce, e alimenta grande curiosità attorno al caso.
Attualmente giunta e consiglio comunale sono ancora in carica, anche se la guida dell’esecutivo è passata nelle mani del vice sindaco Camillo D’Angelo. Il 5 gennaio, in assenza di fatti nuovi, il consiglio comunale verrà sciolto per decreto e anche la giunta decadrà. Subito dopo il governo nominerà il commissario prefettizio che guiderà l’ente assumendo i poteri della giunta e del consiglio comunale fino a nuove elezioni, fissate per il 6 e 7 giugno 2009.
Se il sindaco dovesse ritirare le sue dimissioni prima del 5 gennaio, tutto tornerebbe come prima e la procedura del commissariamento del Comune si fermerebbe. In caso contrario, il sindaco avrebbe comunque un’altra occasione per tornare alla guida della città: la candidatura a sindaco per il terzo mandato. La legge non lo prevede, ma solo nel caso in cui il secondo mandato non venga interrotto prima che siano trascorsi due anni dall’inizio della legislatura. Dunque, tutto è ancora possibile.
(s.o.)
Attualmente giunta e consiglio comunale sono ancora in carica, anche se la guida dell’esecutivo è passata nelle mani del vice sindaco Camillo D’Angelo. Il 5 gennaio, in assenza di fatti nuovi, il consiglio comunale verrà sciolto per decreto e anche la giunta decadrà. Subito dopo il governo nominerà il commissario prefettizio che guiderà l’ente assumendo i poteri della giunta e del consiglio comunale fino a nuove elezioni, fissate per il 6 e 7 giugno 2009.
Se il sindaco dovesse ritirare le sue dimissioni prima del 5 gennaio, tutto tornerebbe come prima e la procedura del commissariamento del Comune si fermerebbe. In caso contrario, il sindaco avrebbe comunque un’altra occasione per tornare alla guida della città: la candidatura a sindaco per il terzo mandato. La legge non lo prevede, ma solo nel caso in cui il secondo mandato non venga interrotto prima che siano trascorsi due anni dall’inizio della legislatura. Dunque, tutto è ancora possibile.
(s.o.)