LE ORIGINI DEL PIATTO
La prima ricetta originale attribuita alla cuoca Giulia Piattoni
ALBA ADRIATICA. Piatto fortemente identitario, la capra alla neretese, indiscussa icona gastronomica di Nereto e dell'intera Val Vibrata. Una tradizione che gli studiosi documentano già nell'800, e...
ALBA ADRIATICA. Piatto fortemente identitario, la capra alla neretese, indiscussa icona gastronomica di Nereto e dell'intera Val Vibrata. Una tradizione che gli studiosi documentano già nell'800, e la cui ricetta originaria come da disciplinari conservati presso il Comune di Nereto, va inequivocabilmente attribuita a Giulia Piattoni (foto) che nel 1903 a Nereto apriva col marito Silvio De Gregoriis l'attività di ristorante e locanda con camere, "dove il piatto principe della tradizione gastronomica del territorio veniva regolarmente servito e per il quale la signora Piattoni ricevette la medaglia d'oro per i 50 anni di attività" come fa rilevare il nipote della signora, Mauro De Gregoriis. Dagli anni Sessanta in poi la fama del piatto ha portato a Nereto estimatori da tutto Abruzzo e non solo. Dunque la capra alla neretese, al pari del tacchino alla neretese, può rappresentare un volano per la promozione turistica e culturale del territorio vibratiano. Se ne dice convinta l'associazione culturale Ranalli di Nereto che recentemente ha dedicato una due giorni di interventi di esperti, mostra di documenti d'epoca e di prodotti derivanti dall'allevamento caprino, nonchè degustazioni filologiche del piatto intorno alla presentazione del libro di Francesco Galiffa "Dentro la pecora la capra gongola". Una ricerca multidisciplinare di 206 pagine condotta attraverso la consultazione di centinaia di testi e fonti varie per illustrare la storia della capra nei secoli, sue caratteristiche e prodotti, e soprattutto l'impiego della sua carne nell'alimentazione. L'aspetto più originale dello studio di Galiffa è nel descrivere un modello alimentare a forte valenza identitaria che si afferma non tanto in un contesto pastorale quanto in un borgo ("città regia") sede di mercato, più prossimo alla costa che ai monti. Il ruolo di sede di mercato di Nereto e la sua collocazione sui percorsi della transumanza tra i Monti della Laga e i tratturi prossimi alla costa ha avuto infatti un ruolo decisivo. Le capre venivano scambiate dai pastori con salsa di pomodoro, concentrata con metodi artigianali ma in grado di conservarsi a lungo. Galiffa osserva come tale scambio dovesse avere alla base una propensione al consumo alla carne di capra, essendo Nereto popolata in parte da genti immigrate dalla montagna.(j.f.)
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