Liberati i marinai della Buccaneer
Rilasciata dai pirati la nave comandata da un ufficiale ortonese (foto). Dopo quattro mesi tornano a casa i dieci marinai della Buccaneer. A bordo anche un teramano
ORTONA. Liberati. Quattro mesi di angoscia, sofferenza, privazioni, appelli disperati a lungo inutili annullati in un minuto. Liberati, non più prigionieri dei pirati somali che li hanno tenuti in ostaggio per quattro interminabili mesi dal 10 aprile, quando a bordo del rimorchiatore di altura Buccaneer, nome inglese del bucaniere, i 16 marittimi dell’equipaggio, di cui 10 italiani e fra questi i due ortonesi, vennero assaltati da un gruppo di guerriglieri, i nuovi pirati, al largo della Somalia.
Esultano i familiari ortonesi del comandante e di uno dei marittimi, Mario Iarlori e Tommaso Cavuto, festeggiano con i fuochi artificiali a Tporre del Greco i parenti di altri marittimi. «Siamo al settimo cielo», esclama alle 23 di ieri la moglie di Iarlori appena avvertita della liberazione tanto attesa e invocata anche nei rari, misurati appelli pubblici, «non sappiamo ancora niente di preciso, se dobbiamo partire, per raggiungerli non sappiamo ancora dove, o aspettarli qui. Ma adesso è importante che sia finito tutto, che quest’incubo sia svanito».
Esplosione di felicità anche in casa di Cavuto. Il figlio maggiore Mario: «Non abbiamo informazioni particolari, ci hanno solo detto che sono liberi, domani sapremo tutto e ci diranno quando potremo riabbracciarli. Siamo felici, ora festeggiamo». La notizia è arrivata dal ministero degli Esteri ieri verso le 22,40. «I pirati si sono ritirati», ha esclamato il ministro Franco Frattini, lasciando intendere che la trattativa non si è conclusa con il pagamento di un riscatto, questione tutta da accertare. In ogni caso, secondo le prime informazioni, la liberazione è avvenuta grazie anche ad un lungo lavoro di contatti e alla collaborazione delle autorità somale e della regione del Puntland e del lavoro svolto sul terreno da parte dell’intelligence italiana.
«Non c’è stato blitz e non è stato pagato alcun riscatto. Al momento convenuto i militari sono saliti a bordo del Buccaneer e hanno preso possesso della nave», dice poco dopo Silvio Bartolotti, general manager della Micoperi, l’azienda ravennate proprietaria del rimorchiatore. «La nave è già in navigazione verso Gibuti, dove dovrebbe arrivare entro un paio di giorni, scortata da navi militari», in particolare la San giorgio della marina militare che in questi mesi ha pattugliato l’area per sdeguire da vicino il sequestro ed essere pronta per ogni evenienza. «I miei uomini stanno tutti bene», aggiunge Bartolotti, «e una volta arrivati a Gibuti valuteranno la situazione, secondo l’umore psicologico, se proseguire in nave o se rientrare in Italia in aereo. Io comunque prenderò il primo volo utile per Gibuti, perché voglio riabbracciare quanto prima i miei uomini».
Il ministro degli Esteri ha espresso il suo «più vivo compiacimento per la positiva soluzione della vicenda relativa al sequestro del mercantile Buccaneer e la liberazione dei connazionali a bordo. Alle loro famiglie», si legge in una nota della Farnesina, «una partecipe vicinanza in questo momento di gioia, dopo mesi di comune attesa e preoccupazione».
Frattini ha ringraziato le autorità del governo di transizione somalo e in particolare il primo ministro della Somalia, le autorità del Puntland, il dispositivo interforze di forze speciali imbarcato sulla nave San Giorgio e coordinato in area di operazioni dal Cofs (Comando interforze per le operazioni delle forze speciali) e «le diverse articolazioni istituzionali e di intelligence italiane che hanno aiutato lo sviluppo positivo del caso». Il ministro degli esteri ha espresso anche «un sentito ringraziamento ai mezzi di informazione italiani per avere rispettato la linea di riserbo richiesta dalla Farnesina che si é ancora una volta rivelata giusta».
Oltre agli ortonesi Mario Iarlori, il comandante, e Tommaso Cavuto, secondo ufficiale di macchina, sono finalmente tornati in libertà Mario Albano, primo ufficiale di coperta, di Gaeta; Ignazio Angione, direttore di macchina, di Molfetta; Vincenzo Montella, marinaio, di Torre del Greco; Giovanni Vollaro, marinaio, di Torre del Greco; Bernardo Borrelli, marinaio, di Torre del Greco; Pasquale Mulone, marinaio, di Mazara del Vallo; Filippo Speziali, marinaio, di San Benedetto del Tronto; Filomeno Troino, cuoco, di Molfetta.
Esultano i familiari ortonesi del comandante e di uno dei marittimi, Mario Iarlori e Tommaso Cavuto, festeggiano con i fuochi artificiali a Tporre del Greco i parenti di altri marittimi. «Siamo al settimo cielo», esclama alle 23 di ieri la moglie di Iarlori appena avvertita della liberazione tanto attesa e invocata anche nei rari, misurati appelli pubblici, «non sappiamo ancora niente di preciso, se dobbiamo partire, per raggiungerli non sappiamo ancora dove, o aspettarli qui. Ma adesso è importante che sia finito tutto, che quest’incubo sia svanito».
Esplosione di felicità anche in casa di Cavuto. Il figlio maggiore Mario: «Non abbiamo informazioni particolari, ci hanno solo detto che sono liberi, domani sapremo tutto e ci diranno quando potremo riabbracciarli. Siamo felici, ora festeggiamo». La notizia è arrivata dal ministero degli Esteri ieri verso le 22,40. «I pirati si sono ritirati», ha esclamato il ministro Franco Frattini, lasciando intendere che la trattativa non si è conclusa con il pagamento di un riscatto, questione tutta da accertare. In ogni caso, secondo le prime informazioni, la liberazione è avvenuta grazie anche ad un lungo lavoro di contatti e alla collaborazione delle autorità somale e della regione del Puntland e del lavoro svolto sul terreno da parte dell’intelligence italiana.
«Non c’è stato blitz e non è stato pagato alcun riscatto. Al momento convenuto i militari sono saliti a bordo del Buccaneer e hanno preso possesso della nave», dice poco dopo Silvio Bartolotti, general manager della Micoperi, l’azienda ravennate proprietaria del rimorchiatore. «La nave è già in navigazione verso Gibuti, dove dovrebbe arrivare entro un paio di giorni, scortata da navi militari», in particolare la San giorgio della marina militare che in questi mesi ha pattugliato l’area per sdeguire da vicino il sequestro ed essere pronta per ogni evenienza. «I miei uomini stanno tutti bene», aggiunge Bartolotti, «e una volta arrivati a Gibuti valuteranno la situazione, secondo l’umore psicologico, se proseguire in nave o se rientrare in Italia in aereo. Io comunque prenderò il primo volo utile per Gibuti, perché voglio riabbracciare quanto prima i miei uomini».
Il ministro degli Esteri ha espresso il suo «più vivo compiacimento per la positiva soluzione della vicenda relativa al sequestro del mercantile Buccaneer e la liberazione dei connazionali a bordo. Alle loro famiglie», si legge in una nota della Farnesina, «una partecipe vicinanza in questo momento di gioia, dopo mesi di comune attesa e preoccupazione».
Frattini ha ringraziato le autorità del governo di transizione somalo e in particolare il primo ministro della Somalia, le autorità del Puntland, il dispositivo interforze di forze speciali imbarcato sulla nave San Giorgio e coordinato in area di operazioni dal Cofs (Comando interforze per le operazioni delle forze speciali) e «le diverse articolazioni istituzionali e di intelligence italiane che hanno aiutato lo sviluppo positivo del caso». Il ministro degli esteri ha espresso anche «un sentito ringraziamento ai mezzi di informazione italiani per avere rispettato la linea di riserbo richiesta dalla Farnesina che si é ancora una volta rivelata giusta».
Oltre agli ortonesi Mario Iarlori, il comandante, e Tommaso Cavuto, secondo ufficiale di macchina, sono finalmente tornati in libertà Mario Albano, primo ufficiale di coperta, di Gaeta; Ignazio Angione, direttore di macchina, di Molfetta; Vincenzo Montella, marinaio, di Torre del Greco; Giovanni Vollaro, marinaio, di Torre del Greco; Bernardo Borrelli, marinaio, di Torre del Greco; Pasquale Mulone, marinaio, di Mazara del Vallo; Filippo Speziali, marinaio, di San Benedetto del Tronto; Filomeno Troino, cuoco, di Molfetta.