Nuova sede Asl, un progetto mai visto
L’ex manager Marzetti: «La priorità venne data all’ospedale San Salvatore».
L’AQUILA. Quello dei nuovi uffici amministrativi della Asl è un appalto milionario tutto da costruire. Nel vero senso della parola. Alla Asl non è mai stato consegnato un progetto. Lo stesso ex direttore generale Roberto Marzetti, ora nonno a tempo pieno, ieri è apparso stupito davanti alla notizia dei due arresti eseguiti dalla Procura della Repubblica di Pescara. «Quella della costruzione dei nuovi uffici a Coppito era una delle ipotesi che erano state fatte, ma in ogni caso la Asl non avrebbe mai potuto bandire un appalto senza una delibera di giunta regionale», dice Marzetti. Roberto Marzetti era ancora in carica nel periodo compreso tra luglio e settembre 2009 quando - secondo l’accusa - D’Alesio e Mileti avrebbero iniziato le pressioni su alcuni «pubblici ufficiali» per pilotare la gara d’appalto della ricostruzione degli uffici della Asl a favore del loro amico imprenditore.
O dei loro amici imprenditori. «Conosco bene Mileti, eravamo su fronti opposti al consiglio comunale di Pescara», prosegue l’ex manager. «Devo dire che già quando la Asl ha ottenuto la prima tranche del premio assicurativo per i danni del terremoto sono stati numerosi gli imprenditori e i faccendieri che hanno bussato alla mia porta, ma per quanto riguardava il progetto dei nuovi uffici e altri lavori di rilievo ho fatto capire da subito che era inutile venire da me. Senza una delibera di giunta regionale la Asl non può bandire una gara di rilevanza europea». La competenza viene dunque rigirata alla Regione, e in particolare alla giunta e all’assessorato alla Sanità retto da Lanfranco Venturoni, che a sua volta però avrebbe dirottato i due imputati ai vertici della Asl.
Ma perchè si sarebbe dovuto fare questo benedetto appalto che, secondo quanto emerso, avrebbe avuto un importo pari a circa 15 milioni di euro? «Dopo il terremoto del 6 aprile gli uffici amministrativi che prima si trovavano a Collemaggio sono stati trasferiti nei container, vicino all’ospedale San Salvatore», spiega Marzetti. «Tre le ipotesi che avevamo preso in considerazione per tornare ad avere uffici degni di questo nome. La prima riguardava la ristrutturazione della palazzina di Collemaggio, ma la spesa sarebbe stata eccessiva e comunque si trattava sempre di rimettere in sesto un edificio in muratura. La seconda ipotesi era quella di occupare con gli uffici un’ala dell’ospedale, che comunque era da ristrutturare. La terza ipotesi era quella di realizzare una nuova palazzina nelle vicinanze dell’ospedale, a Coppito.
In ogni caso decidemmo di intervenire prima sulla ristrutturazione dell’ospedale, per cui qualsiasi ipotesi per i nuovi uffici venne accantonata. E comunque la Asl, che è un ente regionale, non poteva indire la gara se non autorizzata dalla giunta regionale». Subito dopo l’inizio dello sciame sismico, siamo a gennaio 2009, Marzetti assicurò l’ospedale contro eventuali danni da catastrofe naturale per un importo di 40 mila euro l’anno. Dopo il sisma, i periti della Asl stimarono i danni per l’ospedale in circa 87 milioni di euro. L’assicurazione ha in seguito rimborsato in due tranche 47 milioni di euro, ovvero il 60% dei danni periziati. Una piccola parte di quei milioni è stata già utilizzata per rimettere in sesto il blocco operatorio e alcuni reparti. L’altra parte attende ancora di essere spesa.
O dei loro amici imprenditori. «Conosco bene Mileti, eravamo su fronti opposti al consiglio comunale di Pescara», prosegue l’ex manager. «Devo dire che già quando la Asl ha ottenuto la prima tranche del premio assicurativo per i danni del terremoto sono stati numerosi gli imprenditori e i faccendieri che hanno bussato alla mia porta, ma per quanto riguardava il progetto dei nuovi uffici e altri lavori di rilievo ho fatto capire da subito che era inutile venire da me. Senza una delibera di giunta regionale la Asl non può bandire una gara di rilevanza europea». La competenza viene dunque rigirata alla Regione, e in particolare alla giunta e all’assessorato alla Sanità retto da Lanfranco Venturoni, che a sua volta però avrebbe dirottato i due imputati ai vertici della Asl.
Ma perchè si sarebbe dovuto fare questo benedetto appalto che, secondo quanto emerso, avrebbe avuto un importo pari a circa 15 milioni di euro? «Dopo il terremoto del 6 aprile gli uffici amministrativi che prima si trovavano a Collemaggio sono stati trasferiti nei container, vicino all’ospedale San Salvatore», spiega Marzetti. «Tre le ipotesi che avevamo preso in considerazione per tornare ad avere uffici degni di questo nome. La prima riguardava la ristrutturazione della palazzina di Collemaggio, ma la spesa sarebbe stata eccessiva e comunque si trattava sempre di rimettere in sesto un edificio in muratura. La seconda ipotesi era quella di occupare con gli uffici un’ala dell’ospedale, che comunque era da ristrutturare. La terza ipotesi era quella di realizzare una nuova palazzina nelle vicinanze dell’ospedale, a Coppito.
In ogni caso decidemmo di intervenire prima sulla ristrutturazione dell’ospedale, per cui qualsiasi ipotesi per i nuovi uffici venne accantonata. E comunque la Asl, che è un ente regionale, non poteva indire la gara se non autorizzata dalla giunta regionale». Subito dopo l’inizio dello sciame sismico, siamo a gennaio 2009, Marzetti assicurò l’ospedale contro eventuali danni da catastrofe naturale per un importo di 40 mila euro l’anno. Dopo il sisma, i periti della Asl stimarono i danni per l’ospedale in circa 87 milioni di euro. L’assicurazione ha in seguito rimborsato in due tranche 47 milioni di euro, ovvero il 60% dei danni periziati. Una piccola parte di quei milioni è stata già utilizzata per rimettere in sesto il blocco operatorio e alcuni reparti. L’altra parte attende ancora di essere spesa.