«Ora la doppia preferenza uomo-donna»

17 Giugno 2014

La Commissione pari opportunità ripropone la modifica alla legge elettorale regionale

PESCARA. «L'Abruzzo è il simbolo di un'Italia che stenta ad assumere i correttivi paritari per favorire più presenze femminili nei luoghi della decisione. Per la Conferenza nazionale delle Commissioni regionali di parità, per la nostra Costituzione, le Regioni devono assumere leggi che introducano correttivi paritari». Così la coordinatrice nazionale degli Organismi regionali di Parità, Roberta Mori. Il monito della coordinatrice parte da Pescara, dove ieri si è svolta la Conferenza nazionale delle presidenti Cpo, per volontà della presidente della Commissione Abruzzese, Gemma Andreini, che con l'iniziativa ha voluto «mandare un segnale forte alla nuova amministrazione guidata dal presidente Luciano D'Alfonso». Nel nuovo consiglio regionale, d'altronde, ci sono solo due donne: Marinella Sclocco (Pd) e Sara Marcozzi (M5s). Ai lavori, nella sala “Corradino D'Ascanio” del Consiglio regionale, hanno preso parte, oltre a Mori ed Andreini, le presidenti delle Cpo di Marche, Toscana e Lazio, Antonietta Masturzo, Rossella Pettinati e Donatina Persichetti, e le componenti della Commissione abruzzese, Monica Di Pillo, Rosaria Nelli, Francesca Cermignani, Laura Tinari e Valentina Mancini. Presente, in rappresentanza della Regione, la consigliera Marinella Sclocco (Pd), assessore in pectore. «La democrazia compiuta», sottolinea Andreini, «è una democrazia che prevede donne e uomini ad occuparsi della res pubblica. Quindi è importante, non per noi, ma per tutti, che questa democrazia si compia anche in Abruzzo». L'auspicio, per Andreini, è che la nuova amministrazione «accolga i suggerimenti e le iniziative che la Commissione porta avanti da tanto tempo» come la doppia preferenza di genere, e che «i proclami ascoltati finora siano supportati dalla volontà di cambiare le cose». Dal canto suo Marinella Sclocco sottolinea che «in Abruzzo bisogna lavorare ancora molto, perché si pensa alle donne in politica solo quando ci si avvicina alle elezioni, mentre quello delle elezioni è solo l'ultimo dei problemi. I partiti», osserva la consigliera, «faticano a sostenere le donne e se ne ricordano solo nella fase delle elezioni. Il problema è culturale: bisogna sostenere le donne dall'inizio, in un percorso politico più ampio».

Lorenzo Dolce

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