Pettino, avviate le demolizioni
Due gli edifici da abbattere, si inizia smontando gli infissi e i termosifoni.
L’AQUILA. E’ iniziata ieri l’attività di demolizione delle abitazioni di via Germania a Pettino. Si tratta di edifici che non sono crollati dopo il sisma ma hanno subìto danni talmente rilevanti alle strutture per cui non si è ritenuto conveniente ripararli dando via libera alla demolizione. Un provvedimento che è stato assai contrastato da una minoranza dei residenti. Le operazioni di demolizione saranno molto laboriose e non dovrebbero durare meno di venti giorni.
CONSEGNA CHIAVI. Ieri mattina sul posto sono arrivati alla spicciolata alcuni ex inquilini ai quali è stato chiesto di consegnare le chiavi che, evidentemente, serviranno agli operai per accedervi al fine di effettuare i lavori. Tutte quelle abitazioni, che nello specifico si trovano ai civici 7,9,11 e 13, sono state già sgomberate dalle decine di famiglie chi vi abitavano nei mesi scorsi quando era data per certa la demolizione che poi è stata in bilico per via di un ricorso.
LE OPERAZIONI. Ieri mattina gli operai della ditta incaricata hanno inizialmente recintato tutta l’area che sarà oggetto della demolizione sistemando degli espliciti cartelli che invitano la gente a stare alla larga. La zona è pericolosa perché non è possibile ipotizzare le conseguenze delle attività finalizzate alla demolizione. Successivamente sono entrati, in quello che sta per divenire un grande cantiere, dei camion e una escavatrice. Ci sono stati poi dei primi sopralluoghi per visionare l’intera area. I tempi per la demolizione dei 2 palazzi sono lunghi anche perchè non tutti i residenti hanno ancora dato la liberatoria visto che molti si trovano fuori città. Alcuni, almeno in teoria, potrebbero ancora tenere in casa oggetti di valore e si vuole evitare che siano distrutti. La prima operazione in senso assoluto che proseguirà domani mattina come pure nei prossimi giorni è lo smontaggio degli infissi, ma anche il recupero di radiatori e altre apparecchiature che saranno sistemate nelle vicinanze dove i titolari delle case potranno riprendersele se lo riterranno opportuno.
Tutto questo comporterà tempo per cui si è appreso che l’abbattimento vero e proprio non ci sarà prima dell’inizio della prossima settimana. Non sarà usata dinamite ma gli edifici saranno «smontati» pezzo per pezzo. La procedura più rapida, quella con la dinamite, è improponibile in quanto nei pressi di quelle case, che fanno parte di un più ampio consorzio di circa 200 appartamenti, vi sono delle villette a schiera «risparmiate» dal terremoto che sono agibili e pronte a essere riutilizzate alla fine nella demolizione. I COSTI. La demolizione del complesso prevede una spesa di 318mila euro cui ne vanno aggiunti 23mila per gli oneri di sicurezza. Il responsabile unico del procedimento è Antonio Leoncini il quale si occuperà di tutti i lavori analoghi che si svolgeranno nell’intero quartiere di Pettino dove il sisma di danni ne ha fatti davvero tanti.
Come tempi si prospettano almeno una ventina di giorni ma è possibile che siano molti di più: sul tabellone posizionato nel cantiere insieme ai nomi dei vari responsabili è vuoto il rigo nel quale dovrebbe comparire la data della fine dei lavori. La ditta esecutrice dei lavori è una Ati formata da «Abruzzo Strade» e «La Regente» mentre l’ente appaltante è il Comune. Dopo il 20 novembre saranno avviate le opere di demolizione anche negli edifici ai numeri civici 1,2 e 5. Molti si sono chiesti le ragioni per cui quelle case non hanno retto a dovere. Secondo alcuni tecnici l’eccessiva altezza degli edifici e il peso del tetto sono stati decisivi.
LA POLEMICA. Non tutti volevano la demolizione al punto che ci fu anche un ricorso contro l’ordinanza del sindaco di demolizione che non ha avuto esito. Va anche detto che per la gente il dover rinunciare a quelle case, costruite circa 25 anni fa, è un comprensibile dispiacere. Se i palazzi all’esterno non erano un granchè gli appartamenti erano decisamente spaziosi. Inoltre la zona è appetibile per adulti e ragazzi anche grazie ai collegamenti di bus urbani oltre a possedere una serie di servizi importanti a un tiro di schioppo. Esisteva anche un progetto di riqualificazione degli spazi verdi. Inoltre da un anno è stato realizzato, vicino alle case da abbattere, un bel campo di calcetto.
CONSEGNA CHIAVI. Ieri mattina sul posto sono arrivati alla spicciolata alcuni ex inquilini ai quali è stato chiesto di consegnare le chiavi che, evidentemente, serviranno agli operai per accedervi al fine di effettuare i lavori. Tutte quelle abitazioni, che nello specifico si trovano ai civici 7,9,11 e 13, sono state già sgomberate dalle decine di famiglie chi vi abitavano nei mesi scorsi quando era data per certa la demolizione che poi è stata in bilico per via di un ricorso.
LE OPERAZIONI. Ieri mattina gli operai della ditta incaricata hanno inizialmente recintato tutta l’area che sarà oggetto della demolizione sistemando degli espliciti cartelli che invitano la gente a stare alla larga. La zona è pericolosa perché non è possibile ipotizzare le conseguenze delle attività finalizzate alla demolizione. Successivamente sono entrati, in quello che sta per divenire un grande cantiere, dei camion e una escavatrice. Ci sono stati poi dei primi sopralluoghi per visionare l’intera area. I tempi per la demolizione dei 2 palazzi sono lunghi anche perchè non tutti i residenti hanno ancora dato la liberatoria visto che molti si trovano fuori città. Alcuni, almeno in teoria, potrebbero ancora tenere in casa oggetti di valore e si vuole evitare che siano distrutti. La prima operazione in senso assoluto che proseguirà domani mattina come pure nei prossimi giorni è lo smontaggio degli infissi, ma anche il recupero di radiatori e altre apparecchiature che saranno sistemate nelle vicinanze dove i titolari delle case potranno riprendersele se lo riterranno opportuno.
Tutto questo comporterà tempo per cui si è appreso che l’abbattimento vero e proprio non ci sarà prima dell’inizio della prossima settimana. Non sarà usata dinamite ma gli edifici saranno «smontati» pezzo per pezzo. La procedura più rapida, quella con la dinamite, è improponibile in quanto nei pressi di quelle case, che fanno parte di un più ampio consorzio di circa 200 appartamenti, vi sono delle villette a schiera «risparmiate» dal terremoto che sono agibili e pronte a essere riutilizzate alla fine nella demolizione. I COSTI. La demolizione del complesso prevede una spesa di 318mila euro cui ne vanno aggiunti 23mila per gli oneri di sicurezza. Il responsabile unico del procedimento è Antonio Leoncini il quale si occuperà di tutti i lavori analoghi che si svolgeranno nell’intero quartiere di Pettino dove il sisma di danni ne ha fatti davvero tanti.
Come tempi si prospettano almeno una ventina di giorni ma è possibile che siano molti di più: sul tabellone posizionato nel cantiere insieme ai nomi dei vari responsabili è vuoto il rigo nel quale dovrebbe comparire la data della fine dei lavori. La ditta esecutrice dei lavori è una Ati formata da «Abruzzo Strade» e «La Regente» mentre l’ente appaltante è il Comune. Dopo il 20 novembre saranno avviate le opere di demolizione anche negli edifici ai numeri civici 1,2 e 5. Molti si sono chiesti le ragioni per cui quelle case non hanno retto a dovere. Secondo alcuni tecnici l’eccessiva altezza degli edifici e il peso del tetto sono stati decisivi.
LA POLEMICA. Non tutti volevano la demolizione al punto che ci fu anche un ricorso contro l’ordinanza del sindaco di demolizione che non ha avuto esito. Va anche detto che per la gente il dover rinunciare a quelle case, costruite circa 25 anni fa, è un comprensibile dispiacere. Se i palazzi all’esterno non erano un granchè gli appartamenti erano decisamente spaziosi. Inoltre la zona è appetibile per adulti e ragazzi anche grazie ai collegamenti di bus urbani oltre a possedere una serie di servizi importanti a un tiro di schioppo. Esisteva anche un progetto di riqualificazione degli spazi verdi. Inoltre da un anno è stato realizzato, vicino alle case da abbattere, un bel campo di calcetto.