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Piano porti, l'Abruzzo con Civitavecchia

I porti abruzzesi sono stati inseriti nel piano strategico nazionale della portualità e della logistica elaborato dal ministero delle Infrastrutture e approvato in via preliminare venerdì

PESCARA. I porti abruzzesi sono stati inseriti nel piano strategico nazionale della portualità e della logistica elaborato dal ministero delle Infrastrutture e approvato in via preliminare venerdì scorso dal Consiglio dei ministri. Ma la novità più interessante per la portualità regionale, secondo alcune anticipazioni, è che i nostri porti saranno sedi di Autorità con Civitavecchia. Si definisce cioè un’unica Autorità portuale con lo scalo laziale, mentre tramonterebbe l’ipotesi di un accorpamento tra le Autorità di Civitavecchia e di Livorno (quest’ultima si fonderà con Piombino).

La scelta del ministero guidato da Graziano Delrio è stata quella di privilegiare i legami funzionali tra porti oltre che quelli di prossimità. Una soluzione che aveva auspicato anche il presidente di Assoporti e dell’Autorità di Civitavecchia Pasqualino Monti a margine di una lezione svolta a Ortona una decina di giorni fa al corso di Economia del Mare istituito dal Comune e dall’Istituto nautico (mercoledì 40 giovani corsisti saranno proprio a Civitavecchia in viaggio di studio ospiti del presidente di Assoporti). Si aprono dunque scenari nuovi per la portualità regionale. E non solo per il porto industriale di Ortona o per quello commerciale di Vasto, ma anche per Pescara e Giulianova, perché il piano (che il premier Matteo Renzi in un tweet ha definito «una visione strategica per il paese») riguarderà non solo le merci (un interscambio marittimo di 220 miliardi), ma anche i 41 milioni di passeggeri e i 10,4 milioni di crocieristi che ogni anno si imbarcano o sbarcano nei porti italiani. «Con l’alleanza con Civitavecchia riusciremo a rammendare la smagliatura della rete Ten-T sull'Abruzzo», commenta Antonio Nervegna, con Euclide Di Pretoro, consulente del sindaco di Ortona per la portualità e autore con Di Pretoro di uno studio che di fatto ha anticipato questo nuovo assetto (in precedenza in Abruzzo si guardava ad Ancona come possibile alleato). Sono stati infatti Nervegna e Di Pretoro i primi a invitare il presidente dell’Autorità di Civitavecchia a Ortona e a sottoporre alla società Grimaldi lo scalo ortonese come porto di imbarco sulla rotta Barcellona-Igoumenitsa, il pacchetto “Long bridge” per gli autotrasportatori. Chiaramente per assumere in pieno questo ruolo il porto ortonese dovrà migliorare l’infrastrutturazione delle banchine e soprattutto il pescaggio dei fondali con l’obiettivo di -12 metri.

Sulla linea delineata dal piano Delrio si sta muovendo con convinzione anche la Regione. In questi giorni il presidente Luciano D’Alfonso ha nominato coordinatrice della sua segreteria Carla Mannetti, per sette anni dirigente dei Trasporti in Regione, affidandole il compito specifico di completare il documento di ingresso del sistema Abruzzo nel corridoio della rete europea dei trasporti Ten-T e di seguire l’iter dei piani regolatori dei porti di Ortona e Pescara.

Ora bisognerà vedere quali tempi si darà il governo, che ha messo su questo piano 1 miliardo di risorse aggiuntive.

Il passaggio a Palazzo Chigi è stato preliminare. Il testo dovrà passare alle commissioni parlamentari competenti e poi tornare di nuovo al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva in forma di decreto. I tempi dovrebbe essere stretti. Per il governo l’obiettivo è di recuperare il tempo perduto, che in cifre significa una perdita del 6% di traffico merci e del 7% di traffico passeggeri tra il 2005 e il 2014 e uno scivolone dei porti italiani al 55° posto nel mondo per qualità infrastrutturale. Il piano logistico non potrà limitarsi però ai soli porti. Infatti il governo, ha spiegato il ministro Delrio in una recente intervista al Sole24ore, ha dato indicazioni ad Anas e Rfi perché nei loro piani strategici sia inserita in via prioritaria la realizzazione di infrastrutture ferroviarie e stradali di collegamento tra i porti e i siti produttivi.

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