Problema sanità in Abruzzo, pronti soccorso stracolmi e carenza di personale. La denuncia: “Situazione insostenibile”
La denuncia del sindacato Fials Abruzzo (Federazione italiana autonomie locali e sanità): “Il personale va in pensione e non viene sostituito. Pronto soccorso di Pescara è insufficiente per tutta la provincia”.
“Il Pronto Soccorso e il Personale non ce la fanno più. Inascoltate le nostre proposte avanzate da anni”: questo l’inizio della denuncia della Fials Abruzzo ( Federazione italiana autonomie locali e sanità) rispetto all’emergenza della sanità pubblica del Paese. “Assistiamo da anni a un clima di esasperazione dei cittadini per quanto riguarda la cattiva gestione della sanità e le evidenti carenze organizzative e della gestione e assegnazione del personale. Personale, anno dopo anno, sempre inferiore alle necessità, con persone che vanno in pensione e che non vengono sostituite. Da tutte queste cose derivano liste di attesa per esami ma anche per ricoveri, ma anche episodi di violenza contro il personale sanitario che si trova a fronteggiare - senza alcuna colpa - queste situazioni”.
Oltre i problemi di carattere nazionale, il sindacato individua i problemi specifici della nostra Regione: “In Abruzzo, con il taglio dei posti letti voluti dal decreto 70 - il famoso decreto di Beatrice Lorenzin – si è fatto un drastico taglio ai reparti e quindi quando i sanitari del Pronto soccorso decidono di un ricovero… spesso il reparto è pieno e si deve attendere che si liberi. Si attende, a volte, anche per giorni negando il diritto, stabilito dalla Costituzione, della cura. Se il governo non rivede il decreto 70 saremo sempre in situazioni di vera emergenza. Basti pensare che i posti letto sono in Germania 8 per mille, in Francia 6 per mille mentre in Italia siamo al 3 per mille ovvero ogni mille abitanti ci sono 3 posti letto”.
C’è, poi, il problema ancora più specifico di Pescara: “Per quanto riguarda la ASL di Pescara c'è un clima di vera e propria esasperazione del personale dovuta a carichi di lavoro e turni molto pesanti. Assistiamo a una gestione organizzativa da parte della ASL che non tiene in nessun conto i “segnali” di quanto accade. Ovvero le liste di attesa, le richieste del personale di trasferimento, le richieste di pensione anticipata e i sempre più numerosi casi di aggressioni verbali e, purtroppo sempre più numerosi, di violenza dovrebbero far pensare che è ora di cambiare metodo”. “La Asl – prosegue la denuncia – non si rende conto che non può essere solo il Pronto Soccorso di Pescara a dover far fronte a tutta la provincia. Infatti a Penne e Popoli i Pronto soccorso non solo sono stati ridimensionati ma soprattutto non ci sono più, nelle ore serali e notturne, diagnostiche e specialistiche attive. Accade quindi che i cittadini vadano direttamente a Pescara e anche quelli che invece si recano a Popoli o Penne vengono poi messi su una ambulanza e portati a Pescara”.
“Come sindacato Fials sono anni che ci battiamo segnalando queste problematiche e suggerendo di ampliare personale, specialistiche e diagnostiche per fare in modo che ciascun Pronto soccorso possa fare il proprio lavoro. Abbiamo anche suggerito di ampliare quelle specialistiche che vanno a interessare la nostra popolazione sempre più anziana. Ma siamo rimasti inascoltati”, conclude la Fials.