Puccioni: l'Abruzzo può attrarre nuovi investimenti

Intervista al presidente nazionale di Federchimica e amministratore delegato della Puccioni Spa, azienda di Vasto leader nella produzione di fertilizzanti

PESCARA. Cesare Puccioni è presidente nazionale di Federchimica, la federazione nazionale dell'industria chimica aderente a Confindustria, e presidente e amministratore delegato della Puccioni Spa, l'azienda con sede a Vasto, leader nella produzione di fertilizzanti che esporta in oltre 60 paesi. La Puccione è un'azienda fortemente innovativa. Gli ultimi prodotti della gamma sono stati presentati il mese scorso: due marchi commerciali per i nuovi formulati in gel, J-Drip e J-Fol.

Presidente Puccioni, qual è la sfida più importante per l'Abruzzo?
«Quella legata all'innovazione, all'occupazione e all'education. Da immemore tempo l'Abruzzo non è più riuscito a creare nuove infrastrutture penalizzando così quelle imprese che per loro natura sono invece costrette ad esportare e ad essere competitive su un mercato globale altamente concorrenziale. Una nuova frontiera è sicuramente quella legata a una politica di investimenti sui poli industriali tecnologicamente avanzati e quindi su uno sviluppo delle tecnologie digitali che possa contribuire ad un'accelerazione della crescita del Pil. In particolare potrebbe risultare utile supportare soprattutto le Pmi - forse le più in difficoltà in questo settore - in un'innovazione basata sulle tecnologie che possano sperimentare come produttrice di sicuri risparmi. Sul piano dell'occupazione è prioritario creare nuove opportunità soprattutto per i giovani in modo che possano inserirsi nel mondo del lavoro, acquisire competenze e crescere in professionalità in modo - così - da giungere nel giro di pochi anni ad accrescere esponenzialmente la disponibilità di capitale umano iperqualificato».

Negli anni Sessanta suo padre scelse l'Abruzzo come sede dell'azienda. Lei oggi rifarebbe quella scelta?
«Mio padre nel 1957 desiderava insediare uno stabilimento nel centro-sud del Paese e per questo acquistò dei terreni a Punta Penna dove era stato appena costruito un porto; infrastruttura di cui uno stabilimento di fertilizzanti ha la necessità assoluta, sia per gli approvvigionamenti di materie prime che per il commercio del prodotto finito. Per quello che riguarda la mia esperienza personale è positivo di sicuro l'apprezzamento per la qualità del capitale umano locale, per le capacità, la laboriosità, e per il grandissimo senso di appartenenza negli anni dimostrati. Il contesto non è certo più quello del dopoguerra ma di certo è questo un territorio che ancora oggi ha le caratteristiche per fare un nuovo salto di qualità attraverso investimenti che puntino molto su un sistema infrastrutturale realmente in grado di essere funzionale a una mobilità moderna».

La sua azienda è un'azienda di fertilizzanti con una forte attenzione all'ambiente. Chimica e difesa dell'ambiente possono coesistere?
«Sicuramente sì, ed è fondamentale favorire il superamento di luoghi comuni e la diffusione della consapevolezza che non solo possono coesistere ma che la chimica è anche funzionale alla salvaguardia dell'ambiente. Pensiamo ad esempio al ruolo della chimica nella produzione di energie rinnovabili, nel sostegno alla riduzione di emissioni da parte di altri settori che utilizzano i suoi prodotti (isolamento termico, imballaggi, detergenza), nella risoluzione di danni derivanti dalla dispersione del petrolio in mare piuttosto che al supporto nell'estrazione del silicio per farne pannelli solari, solo per citare qualche caso».

In Abruzzo ci sono 22 opere ferme per l'opposizione di ambientalisti o enti locali. In gran parte sono impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ritiene che si faccia abbastanza per superare pregiudizi e incomprensioni in questo campo?
«I pregiudizi e gli atteggiamenti negativi derivano troppo spesso da carenze informative. Si deve operare per creare una cultura diffusa che crei maggiore e realistica informazione sulla valenza strategica delle rinnovabili e sulle caratteristiche specifiche delle varie tecnologie. Non può più rinviarsi un'attività che sempre più capillarmente faccia comprendere quanto le fonti rinnovabili siano non in antitesi, ma in esatta correlazione con lo sviluppo di un sistema energetico più sostenibile, e di come, al contempo, fornisca opportunità di crescita economica e quindi di diffusione di migliori standard di benessere per tutti e non solo per i singoli. Le nuove energie sostengono ambiente e sviluppo economico insieme. La diffusione delle fonti rinnovabili sta cambiando la configurazione energetica dell'Italia e l'Abruzzo non può perdere il treno della modernità e dell'innovazione sulla strada delle scelte ecologiche fatte dal nostro Paese, che ha pienamente sposato quanto proposto dall'Europa con la Legge 20-20-20. Sono stati tutti i partiti politici, in Verdi in primis, a ritenere necessario anche per l'Italia che entro il 2020 almeno il 20% dell'energia prodotta debba derivare da fonti rinnovabili. A tal proposito va detto che nel Maggio 2010 l'Abruzzo ha di suo sottoscritto l'adesione al "Convenant of Majors" (Patto dei sindaci) dove i sindaci abruzzesi si sono impegnati ad applicare sul proprio territorio la legge europea 20-20-20. Non si può quindi rimandare la promozione dello sviluppo di una cultura energetico - ambientale da cui derivino adeguati comportamenti dei cittadini. È evidente - altrettanto - che nulla debba togliersi al fatto che i nuovi progetti debbano essere affrontati con rigore; ma di certo con grande serenità e soprattutto senza strumentalizzazioni di parte, considerata anche la garanzia tutta italiana di una legislazione in materia davvero particolarmente severa. Bisogna pervenire alla condivisione che solo l'energia ci permette di vivere in una società organizzata capace di produrre servizi e offrire standard di vita elevati ai cittadini, e che l'approvvigionamento da fonti classiche è esauribile. Tutto ciò non significa non tener conto delle ragioni dell'ambiente e di quei cittadini che chiedono affidabilità sulla qualità dell'aria, dell'acqua e in generale sulla difesa degli ecosistemi».

Quali sono le riforme più urgenti che la regione dovrebbe mettere in campo? Ritiene che si sia fatto abbastanza per la semplificazione della burocrazia?
«Ridurre la burocrazia è una necessità perché in sé rappresenta un freno alla crescita e alla vita dei cittadini. L'Abruzzo deve assolutamente fare questo salto di qualità nonostante siano tali e troppi i freni che impediscono ci siano leggi chiare e decisioni snelle. Tra tutte, però, va detto che la prima riforma da fare è quella di ordine culturale. Alla base di tutto ci deve essere la consapevolezza che le ragioni delle imprese soprattutto in ordine alla sburocratizzazione sono alla base della crescita».

Come giudica il governo regionale?
«Sta di certo mettendo in campo - in un momento generalmente difficile - riforme significative che daranno i loro frutti nei prossimi anni e interventi quali ad esempio lo sblocco dei fondi Fas da cui ci si aspetta molto. Di certo quello che serve è molto coraggio. L'invito è quello di essere sempre più tenaci e lungimiranti sulla strada dell'innovazione e delle riforme e al contempo - per quello che è nello specifico il settore industriale - di tenere alta l'attenzione e potenziare l'impegno nell'evitare di aggravare ulteriormente in maniera diretta o indiretta l'insediamento e lo sviluppo di nuove realtà stanti i già numerosi vincoli e premesse burocratiche ad oggi esistenti».

Il governo Monti riuscirà a portare l'Italia fuori dalla crisi?
«Ritengo che il governo Monti stia affrontando con molta determinazione e competenza problemi che si trascinavano ormai da anni in Italia senza una soluzione e che solo un governo tecnico e non politico poteva districare. L'augurio è che i partiti politici conservino senza sterili polemiche e fino alla fine quel senso di responsabilità condiviso che permetta al governo attuale di portare a termine e nei tempi disponibili tutti quegli interventi che permettano al nostro Paese di ripartire e tornare ad essere competitivo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA