Regione, stipendi d’oro ai dirigenti
Sono 110 e prendono 120 mila euro l’anno. Nella lista anche numerosi politici
PESCARA. Uno stipendio base di oltre 40 mila euro, a cui va sommata una «retribuzione di posizione» che supera i 49 mila euro, più la retribuzione di risultato che tocca mediamente i 12 mila euro, più 5 mila euro di altro. La somma complessiva arriva ai 100-120 mila euro l’anno che la Regione paga ai suoi direttori e dirigenti. Una folla di 110 persone. E’ lo stato dell’arte dei vertici apicali della Regione Abruzzo che, caso unico in Italia, per circa 1 milione e trecentomila cittadini annovera oltre 2 mila dipendenti, tanti quanto la Regione Lombardia.
Una pianta organica prevista in crescita malgrado il lamentarsi della classe politica di centrodestra e di centrosinistra sia sul numero e sia per il ritmo di lavoro dei dirigenti. Scorrendo l’elenco dei direttori nomi ci si imbatte anche in quelli di ex politici che sono stati bocciati dall’elettorato o che per «il bagaglio di esperienze» maturate da assessori sono passati direttamente alle dipendenze dalla Regione. La giunta Chiodi come quelle precedenti ne hanno inseriti diversi, tra i più freschi di nomina troviamo Carla Mannetti aquilana ex An ora Pdl ex capo di gabinetto dell’ex presidente Giovanni Pace ed Enrico Mazzarelli, teramano, già nella giunta del Comune di Teramo dell’ex sindaco Gianni Chiodi.
Altro fatto singolare, un vero primato per i burocrati della Regione Abruzzo, sono i risultati del lavoro fatto e certificati dal «Nucleo di valutazione» che ha promosso tutti come bravissimi tanto che nelle buste paga possono aggiungersi mediamente altri 15 mila euro annui. Una Regione dagli stipendi d’oro mentre si piange per il deficit del bilancio. «Abbiamo trovato una crisi finanziaria molto più grave di quanto avevamo ipotizzato», ha osservato Chiodi al Convegno del Pdl su: «Popolo, Pdl e classe dirigente».
Per i sindacati la situazione della struttura burocrazia all’interno della Regione Abruzzo è un rebus, tanto che nella piramide, si va dai direttori, ai dirigenti (che tra l’altro non hanno l’obbligo dell’orario ma solo della presenza per complessive 36 ore settimanali) poi a scendere i funzionari che percepiscono somme modeste circa 1400 euro al mese, fino ai precari che intascano meno di 900 euro al mese. La cosa singolare, sostengono i sindacati e che la giunta e l’assessore al personale Federica Carpineta, non sanno quanti sono i dirigenti pagati dalla Regione e che cosa fanno di preciso.
Una pianta organica prevista in crescita malgrado il lamentarsi della classe politica di centrodestra e di centrosinistra sia sul numero e sia per il ritmo di lavoro dei dirigenti. Scorrendo l’elenco dei direttori nomi ci si imbatte anche in quelli di ex politici che sono stati bocciati dall’elettorato o che per «il bagaglio di esperienze» maturate da assessori sono passati direttamente alle dipendenze dalla Regione. La giunta Chiodi come quelle precedenti ne hanno inseriti diversi, tra i più freschi di nomina troviamo Carla Mannetti aquilana ex An ora Pdl ex capo di gabinetto dell’ex presidente Giovanni Pace ed Enrico Mazzarelli, teramano, già nella giunta del Comune di Teramo dell’ex sindaco Gianni Chiodi.
Altro fatto singolare, un vero primato per i burocrati della Regione Abruzzo, sono i risultati del lavoro fatto e certificati dal «Nucleo di valutazione» che ha promosso tutti come bravissimi tanto che nelle buste paga possono aggiungersi mediamente altri 15 mila euro annui. Una Regione dagli stipendi d’oro mentre si piange per il deficit del bilancio. «Abbiamo trovato una crisi finanziaria molto più grave di quanto avevamo ipotizzato», ha osservato Chiodi al Convegno del Pdl su: «Popolo, Pdl e classe dirigente».
Per i sindacati la situazione della struttura burocrazia all’interno della Regione Abruzzo è un rebus, tanto che nella piramide, si va dai direttori, ai dirigenti (che tra l’altro non hanno l’obbligo dell’orario ma solo della presenza per complessive 36 ore settimanali) poi a scendere i funzionari che percepiscono somme modeste circa 1400 euro al mese, fino ai precari che intascano meno di 900 euro al mese. La cosa singolare, sostengono i sindacati e che la giunta e l’assessore al personale Federica Carpineta, non sanno quanti sono i dirigenti pagati dalla Regione e che cosa fanno di preciso.