Sanità, lite sulla legge blocca-condannati
Salini: da Rifondazione e Pdl solo attacchi personali. Acerbo: vittoria della legalità
PESCARA. «Il “Lodo Salini” non so cosa sia. La votazione in Consiglio regionale mi lascia indifferente perchè non riguarda me, forse altre persone ma di certo non me. Sono però inaccettabili gli attacchi personali di Rifondazione e di quanti nel centrodestra hanno votato per il capogruppo del Prc, Acerbo». Rocco Salini, ex senatore di Forza Italia, ex presidente della giunta regionale che ebbe per la vicenda dei Fondi Pop negli anni 90 una condanna per falso non nasconde la sua ira sui risultati della votazione del Consiglio regionale di martedì scorso.
La maggioranza di centrodestra è stata battuta a scrutinio segreto (22 sì, 16 no e 3 bianche), su un emendamento presentato da Maurizio Acerbo capogruppo di Rifondazione che vieta a persone «oggetto di sentenze di condanna penale per reati contro la pubblica amministrazione di ricoprire il ruolo di amministratore o avere incarichi dirigenziali nelle strutture socio-sanitarie pubbliche e private accreditate».
Nel mirino proprio Rocco Salini, medico ex direttore sanitario negli ospedali di Atri e Chieti, di recente è stato scelto dal Gruppo Villa dell’imprenditore Angelini ad assumere il ruolo di direttore sanitario della clinica teatina. Ieri lo stop del Consiglio regionale perchè la norma approvata impedirebbe a Villa Pini di stringere accordi con la Regione.
«Non ho nulla di pendente con la giustizia», sottolinea Salini, «dopo la mia condanna per falso ideologico chiesi alla Corte di Appello dell’Aquila la piena riabilitazione che mi è stata concessa con grande cortesia, venni anche eletto al Senato e nominato sottosegretario. Quindi non so a cosa si riferisca il “lodo Salini”. Sono per altri versi preoccupato perchè io mi immagino sempre che la classe politica sia attenta ai problemi dell’Abruzzo e del lavoro, invece constato si dedicano alle cose inutili e agli attacchi personali. Come professionista sono stato chiamato a prestare la mia opera per creare maggiori offerte sanitarie per i cittadini che ne hanno bisogno, per far crescere una struttura sanitaria e cercare di evitare licenziamenti e proteste. Questi i miei unici obiettivi».
Soddisfatto per l’emendamento e di aver incassato voti anche dal centrodestra, invece, Maurizio Acerbo. «Sono rimasto sorpreso che l’emendamento sia passato anche con i voti del centrodestra», spiega il capogruppo di Rifondazione, «il senso della mia iniziativa è che in una Regione segnata dall’impatto degli scandali come l’Abruzzo o ci si dota di un quadro di regole che consentano una autentica rottura con il passato o, altrimenti, tutti i discorsi sulla necessità del cambiamento sono pura retorica. Io avevo proposto un analogo emendamento approvato nella legge di riordino degli enti regionali».
Acerbo è intenzionato ad andare avanti anche in altri settori della sanità. «Il prossimo passo è il progetto di legge», spiega Acerbo, «che fissa nuovi criteri per le procedure per la nomina dei direttori generali nelle Asl e primari negli ospedali per ridurre l’arbitrio nella scelta e reintrodurre criteri di competenza e trasparenza nella sanità». Ora bisognerà vedere i documenti che esibirà Salini e la decisione del gruppo Villa Pini.
La votazione ha creato imbarazzo nella maggioranza di centrodestra anche perché l’assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni non era d’accordo preoccupato del rilancio delle polemiche e delle tensioni tra Regione e dipendenti della clinica teatina.
La maggioranza di centrodestra è stata battuta a scrutinio segreto (22 sì, 16 no e 3 bianche), su un emendamento presentato da Maurizio Acerbo capogruppo di Rifondazione che vieta a persone «oggetto di sentenze di condanna penale per reati contro la pubblica amministrazione di ricoprire il ruolo di amministratore o avere incarichi dirigenziali nelle strutture socio-sanitarie pubbliche e private accreditate».
Nel mirino proprio Rocco Salini, medico ex direttore sanitario negli ospedali di Atri e Chieti, di recente è stato scelto dal Gruppo Villa dell’imprenditore Angelini ad assumere il ruolo di direttore sanitario della clinica teatina. Ieri lo stop del Consiglio regionale perchè la norma approvata impedirebbe a Villa Pini di stringere accordi con la Regione.
«Non ho nulla di pendente con la giustizia», sottolinea Salini, «dopo la mia condanna per falso ideologico chiesi alla Corte di Appello dell’Aquila la piena riabilitazione che mi è stata concessa con grande cortesia, venni anche eletto al Senato e nominato sottosegretario. Quindi non so a cosa si riferisca il “lodo Salini”. Sono per altri versi preoccupato perchè io mi immagino sempre che la classe politica sia attenta ai problemi dell’Abruzzo e del lavoro, invece constato si dedicano alle cose inutili e agli attacchi personali. Come professionista sono stato chiamato a prestare la mia opera per creare maggiori offerte sanitarie per i cittadini che ne hanno bisogno, per far crescere una struttura sanitaria e cercare di evitare licenziamenti e proteste. Questi i miei unici obiettivi».
Soddisfatto per l’emendamento e di aver incassato voti anche dal centrodestra, invece, Maurizio Acerbo. «Sono rimasto sorpreso che l’emendamento sia passato anche con i voti del centrodestra», spiega il capogruppo di Rifondazione, «il senso della mia iniziativa è che in una Regione segnata dall’impatto degli scandali come l’Abruzzo o ci si dota di un quadro di regole che consentano una autentica rottura con il passato o, altrimenti, tutti i discorsi sulla necessità del cambiamento sono pura retorica. Io avevo proposto un analogo emendamento approvato nella legge di riordino degli enti regionali».
Acerbo è intenzionato ad andare avanti anche in altri settori della sanità. «Il prossimo passo è il progetto di legge», spiega Acerbo, «che fissa nuovi criteri per le procedure per la nomina dei direttori generali nelle Asl e primari negli ospedali per ridurre l’arbitrio nella scelta e reintrodurre criteri di competenza e trasparenza nella sanità». Ora bisognerà vedere i documenti che esibirà Salini e la decisione del gruppo Villa Pini.
La votazione ha creato imbarazzo nella maggioranza di centrodestra anche perché l’assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni non era d’accordo preoccupato del rilancio delle polemiche e delle tensioni tra Regione e dipendenti della clinica teatina.