CORONAVIRUS / ABRUZZO
Scuole chiuse in zona arancione, ma i giudici dicono alla Regione di fissare la scadenza
Il Consiglio di Stato si esprime sul ricorso di una famiglia di Vasto contro la didattica a distanza e solleva dubbi sulla legittimità dell'ordinanza in assenza di comprovati dati scentifici e di date certe
L'AQUILA. Le scuole in Abruzzo rimangono chiuse nella zona arancione, anche se sono stati sollevati dubbi sulla legittimità dell'ordinanza del presidente della Regione, Marco Marsilio, soprattutto in riferimento alla mancata indicazione di una scadenza e all'assenza di dati scientifici che dimostrino il bilanciamento tra diritto alla salute e diritto all'istruzione. Lo ha deciso con un decreto il Consiglio di Stato che ha però bacchettato la Regione ordinando di indicare la scadenza e presentare i dati scientifici prima dell'udienza davanti al Tar L'Aquila del 24 marzo prossimo, in cui sarà adottata una decisione.
L'agenzia Ansa riferisce come il Consiglio di Stato si sia espresso in seguito al ricorso presentato da una famiglia di Vasto, Comune in zona arancione, che ha agito per tutelare i diritti del figlio minorenne contro la didattica a distanza nelle scuole elementari, medie e superiori, imposta contestualmente alla chiusura decisa in seguito all'aumento di contagi che ha portato a decretare zone rosse nelle province di Chieti e di Pescara. I giudici non si sono pronunciati nel merito non concedendo la sospensiva «perché il provvedimento cautelare in questa fase non è di competenza del Consiglio di Stato»: ma hanno rinviato la decisione nel merito a un'udienza davanti al Tar fissata per il 24 marzo.
Al Consiglio di Stato si sono rivolti i legali della famiglia dopo che lo stesso Tar nei giorni scorsi aveva respinto la sospensiva in riferimento allo stesso ricorso presentato dai genitori, che si sono costituiti contro la decisione di Marsilio, nei confronti della quale si sono registrate molte polemiche, soprattutto da parte delle famiglie esposte a disagi per assistere i figli a casa, nei territori in zona arancione.
Il massimo organo giurisdizionale della giustizia amministrativa è entrato con determinazione nel merito: ha censurato la Regione ordinando di indicare, entro il 20 marzo, una data di scadenza sulla chiusura delle scuole, quindi sulla didattica a distanza nelle elementari, medie e superiori abruzzesi.
«L'unico modo per la Regione di evitare il giudizio è rimuovere i due elementi di dubbio espressi dal Consiglio di Stato, lo può fare annullando l'ordinanza e riadottandone un'altra nella quale specificare la data di scadenza e allegare i dati scientifici alla base della necessità di chiusura delle scuole - spiega il costituzionalista Enzo Di Salvatore che ha avuto il ruolo di consulente nel ricorso seguito dagli avvocati Herbert Simone e Paolo Colasante - Pur respingendo la richiesta di sospensiva, con il suo decreto il Consiglio di Stato ha aderito al merito del ricorso, ora il Tar L'Aquila il 24 marzo dovrà decidere sulla ragionevolezza dell'ordinanza del presidente Marsilio, tenendo conto, però, delle indicazioni che arrivano dal Consiglio di Stato».