Sempre meno fumatori, ma l'Abruzzo è tra le regioni con il consumo di sigarette più alto
Gli ultimi dati del ministero della Salute confermano un calo negli ultimi 14 anni. Più a rischio i maschi e le fasce di età giovanili
PESCARA. Diminuisce il numero dei fumatori ma l'Abruzzo resta tra le regioni del centrosud dove il consumo di sigarette è più alto. Nella Giornata nazionale della salute della donna, a certificarlo è il ministero della Salute, i cui dati, relativi al periodo 2002-2016, confermano che in Italia, in 14 anni, gli incalliti del tabacco sono diminuiti del 17,5%, passando dal 24% del 2002 al 19,8% del 2016. Il fenomeno riguarda soprattutto gli uomini (dal 31,3% al 24,8%; -20,7%), mentre per le donne la riduzione è stata del -12% (dal 17,2% al 15,1%). I dati relativi al periodo fra il 2002 e il 2016 indicano inoltre che l'abitudine al fumo di tabacco è più diffusa nelle fasce di età giovanili e adulte. In particolare, tra i maschi, la quota più elevata si raggiunge tra 25 e 34 anni e si attesta al 33,5%, mentre tra le femmine si raggiunge tra i 55 e i 59 anni (20,4%). Analizzando invece i dati del periodo 2013-2016, emerge che in Italia il fumo di sigaretta è più frequente fra le classi socioeconomiche più svantaggiate (meno istruiti o con maggiori difficoltà economiche) e negli uomini. Il consumo medio giornaliero è di circa 12 sigarette, ma un quarto dei fumatori ne consuma più di un pacchetto. La variabilità regionale mostra in testa alla classifica delle regioni con le più alte quote di fumatori alcune del Centro-Sud, come Umbria, Abruzzo, Lazio e Campania. Nel periodo 2013-2016 i tentativi di smettere riguardano il 36,6% della popolazione tra i 18 e i 69 anni e sono più frequenti tra le donne (37,9%) rispetto agli uomini (35,6%). L'andamento è comunque in calo: dal 42,4% del 2008 al 35,3% del 2016.