PESCARA
Stop al commercio illegale di corallo venduto al ribasso
Operazione dei carabinieri forestali in 25 rivendite abruzzesi: cinque titolari di negozi, tutti di nazionalità cinese, denunciati alla magistratura
PESCARA. Stop al commercio illegale del corallo a rischio di estinzione e venduto al ribasso. Sono cinque i titolari dei punti vendi abruzzesi, tutti di nazionalità cinese, finiti nel mirino del Cites, gruppo dei carabinieri forestali di Pescara, nell’ambito di un’attività investigativa condotta su tutto il territorio nazionale. L’operazione, denominata Low cost, ha coinvolto venticinque rivendite in Abruzzo e condotto al sequestro di sette chilogrammi di corallo appartenente all’ordine “Scleractinia”, che comprende specie tutelate dalla convenzione internazionale sul commercio delle specie di flora e di fauna minacciate di estinzione. L'indagine che mirava proprio a scongiurare il commercio illegale di corallo venduto a un prezzo più basso rispetto a quello certificato Cites.
I punti vendita visitati dai militari sono stati otto nel Chietino, sette nell’Aquilano e cinque ciascuno nel Teramano e nel Pescarese. Le cinque persone segnalate all’autorità giudiziaria, responsabili di altrettanti negozi specializzati nella vendita di materiale per acquari, sono state denunciate per detenzione e offerta in vendita di corallo tutelato dalla convenzione di Washington, senza la necessaria documentazione Cites che ne dimostrasse la regolare acquisizione. “Il commercio illegale dei coralli tutelati dalla convenzione di Washington, siglata negli Stati Uniti nel 1973”, ricorda il comandante del gruppo carabinieri forestale di Pescara, “accresce la pressione antropica su queste specie già sottoposte agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, come il riscaldamento e l'innalzamento degli oceani, e al rischio di estinzione”.
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