ABRUZZO
Truffa dei carburanti: kerosene venduto come diesel
Decine di distributori stradali coinvolti: smantellata un'associazione per delinquere con base a Rimini, ma operante anche in Lazio, Umbria, Abruzzo e in Belgio
Tocca anche l'Abruzzo la maxi inchiesta della Guardia di finanza sui carburanti che ha coinvolto decine di distributori stradali in diverse regioni italiane, con il sequestro di beni per oltre 3 milioni di euro e la confisca di beni per oltre 34 milioni di euro.
Le accuse sono associazione per delinquere e fittizia intestazione di beni. L'operazione è stata denominata 'Steal Oil'. Al momento 46 persone risultano indagati per vari reati in tutta Italia. Ad avere le redini della truffa tre imprenditori del Riminese che gestivano società di distribuzione carburante. Si tratta di un anconetano residente a Rimini, un riminese e un residente a Nettuno (Roma).
Gli indagati avrebbero illecitamente importato in Italia, in soli 4 mesi di attività e mediante l'utilizzo di fittizia documentazione accompagnatoria, circa 900 mila litri di kerosene provento di furto in un oleodotto di una base Nato in Belgio, destinato cartolarmente a società greche. Secondo le indagini inoltre il kerosene sarebbe stato miscelato in un deposito abusivo con gasolio e olio rigenerato, immesso in consumo e venduto a ignari clienti come diesel attraverso decine di distributori stradali di carburanti conniventi ubicati in varie regioni d'Italia. Una trentina i distributori controllati e risultati positivi al diesel contraffatto.
Secondo le ipotesi della Guardia di finanza l'operazione 'Steal Oil' ha fatto emergere l'esistenza di un'associazione per delinquere con base a Rimini, ma operante anche nel Lazio, Umbria, Abruzzo e in Belgio, considerata responsabile di una pluralità di reati a sfondo economico-finanziario, tra cui svariate intestazioni fittizie di società e anche tentata truffa ai danni dello Stato, in relazione alla illecita richiesta di finanziamenti pubblici a carico del bando Feasr della Regione Umbria. Tra le ipotesi accusatorie anche ricettazione, contrabbando internazionale di oli minerali e frode nell'esercizio del commercio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, commessi in Rimini e nelle province di Roma, Latina, Napoli e Lucca.