Un’altra beffa per la ricostruzione
La Cgil: «Gli aquilani dovranno anticipare i soldi per riparare le case».
L’AQUILA. «Gli aquilani terremotati dovranno anticipare i soldi per fare riparare le loro abitazioni di categoria B e C danneggiate dal sisma. Come faranno non lo so ma le norme di esecuzione sono chiare». A lanciare l’allarme è il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, il quale si dice sorpreso da quanto risulta dagli atti ed è sempre più dubbioso che sia questa la strada giusta della ricostruzione del capoluogo di regione. «Qui non ci sono equivoci o malintesi», osserva il sindacalista, «basta leggere gli indirizzi per l’esecuzione degli interventi per la riparazione di elementi non strutturali nelle case che seguono l’ordinanza del consiglio dei ministri. Tra gli atti che occorre possedere al fine di riscuotere il contributo statale (alla lettera C dell’articolo 10) si evidenzia come sia necessario esibire documenti attestanti l’avvenuto pagamento delle fatture». «Non credo», aggiunge Trasatti, «che queste norme debbano essere interpretate essendo fin troppo chiare.
La conseguenza è che la gente dovrà anticipare i soldi e non penso che ci siano molti nostri concittadini in grado di cacciare subito decine di migliaia di euro visto che in alcuni casi le riparazioni saranno davvero molto esose: in tante case, per quanto sane sotto il profilo strutturale, oltre a cadere gli intonaci sono crollate intere pareti interne. Mi chiedo come si pensa che della gente terremotata possa anticipare somme considerevoli posto che molti lavoratori hanno stipendi di appena mille euro e altrettanti sono in cassa integrazione oppure addirittura hanno perso del tutto il posto di lavoro». E tutto questo anche a fronte della richiesta di altra documentazione complessa. Infatti il sindacalista aggiunge che è previsto tra gli atti obbligatori per ottenere i rimborsi anche «un rapporto fotografico dello stato successivo ai lavori e delle fasi lavorative con relativa planimetria in cui sia indicato il punto di vista di ciascuna immagine fotografica».
Si tratta, a detta di Trasatti, di documentazioni il cui reperimento avrà un ulteriore costo visto che si tratta di operazioni certosine e complesse che potranno fare solo i professionisti vista la loro rilevanza. Ma il sindacalista fa anche delle considerazioni più generali. «Se le normative di attuazione, sottoscritte dallo stesso Guido Bertolaso» osserva Trasatti, «non verranno modificate in maniera sostanziale la gente nelle case non ci potrà tornare. Al di là delle anticipazioni che il governo chiede agli sfollati sembra di vedere che si sta andando avanti con estrema lentezza e difficilmente i tempi di rientro potranno essere rispettati. L’impressione è che in parecchi saranno costretti a restare negli hotel della costa o nele tende ancora a lungo. Se poi dovremo restituire le tasse e subire il regime fiscale che sembra ineludibile allora potremo perdere qualsiasi speranza che la città possa tornare alla normalità. Agire in questo modo mi fa pensare, per assurdo, quasi che si sia pianificato involontariamente un modo per far scappare gli aquilani dalla città».
La conseguenza è che la gente dovrà anticipare i soldi e non penso che ci siano molti nostri concittadini in grado di cacciare subito decine di migliaia di euro visto che in alcuni casi le riparazioni saranno davvero molto esose: in tante case, per quanto sane sotto il profilo strutturale, oltre a cadere gli intonaci sono crollate intere pareti interne. Mi chiedo come si pensa che della gente terremotata possa anticipare somme considerevoli posto che molti lavoratori hanno stipendi di appena mille euro e altrettanti sono in cassa integrazione oppure addirittura hanno perso del tutto il posto di lavoro». E tutto questo anche a fronte della richiesta di altra documentazione complessa. Infatti il sindacalista aggiunge che è previsto tra gli atti obbligatori per ottenere i rimborsi anche «un rapporto fotografico dello stato successivo ai lavori e delle fasi lavorative con relativa planimetria in cui sia indicato il punto di vista di ciascuna immagine fotografica».
Si tratta, a detta di Trasatti, di documentazioni il cui reperimento avrà un ulteriore costo visto che si tratta di operazioni certosine e complesse che potranno fare solo i professionisti vista la loro rilevanza. Ma il sindacalista fa anche delle considerazioni più generali. «Se le normative di attuazione, sottoscritte dallo stesso Guido Bertolaso» osserva Trasatti, «non verranno modificate in maniera sostanziale la gente nelle case non ci potrà tornare. Al di là delle anticipazioni che il governo chiede agli sfollati sembra di vedere che si sta andando avanti con estrema lentezza e difficilmente i tempi di rientro potranno essere rispettati. L’impressione è che in parecchi saranno costretti a restare negli hotel della costa o nele tende ancora a lungo. Se poi dovremo restituire le tasse e subire il regime fiscale che sembra ineludibile allora potremo perdere qualsiasi speranza che la città possa tornare alla normalità. Agire in questo modo mi fa pensare, per assurdo, quasi che si sia pianificato involontariamente un modo per far scappare gli aquilani dalla città».