CHIETI
Un tuffo nella lunga storia di Teate / VIDEO
L'Archeoclub Chieti dà il suo contributo per le giornate di Archeologia
CHIETI. È visibile dal 19 giugno sulla pagina YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=CyoDZno6whk) dell'Archeoclub d'Italia il video realizzato dalla sezione di Chieti dedicato agli importanti reperti archeologici conservati nella città anticamente chiamata Teate. Il video, della durata di tre minuti, è stato realizzato in occasione delle giornate europee dedicate all'Archeologia che dal 19 al 21 consentiranno di visitare i siti archeologici più importanti che apriranno per l'occasione. Video, testo e voce narrante sono a cura della presidente dell'Archeoclub Chieti, Maria Di Iorio.
TEATE DALL'ETA' DEL RAME ALL'EPOCA IMPERIALE: GUARDA IL VIDEO
Il videoclip in tre minuti riesce a raccontare in modo sintetico, chiaro ed efficace la storia di Chieti, del suo centro storico dall'età del rame fino all'età imperiale con un focus dedicato ai monumenti: le terme, l'anfiteatro il teatro romano e i tempi del foro. Chieti ha una storia plurimillenaria: le prime tracce rinvenute nella zona di Madonna del Freddo appartengono al paleolitico, ma i resti archeologici conservati risalgono prevalentemente all'età romana e precisamente all'epoca imperiale. Le Terme, il Teatro, i Templi del Foro, l'Anfiteatro sono stati costruiti entro la metà del I secolo d.C. Di epoca repubblicana sono, invece, i reperti archeologici rinvenuti alla Civitella: le statue dei frontoni visibili ora al Museo della Civitella, attestano che la città già dal periodo in cui era la più importante per gli italici ed era alleata di Roma pur essendo autonoma dal punto di vista amministrativo politico. Nel video c'è anche un passaggio dedicato a Villa Frigerj, sede del Museo Archeologico nazionale d'Abruzzo dove è conservato il Guerriero di Capestrano. «Dal punto di vista archeologico» chiosa Maria Di Iorio «Chieti è una meta da inserire negli itinerari degli studiosi e degli estimatori perché conserva un patrimonio archeologico quasi intatto è perché sono ancora tante le bellezze archeologiche nascoste: tra le altre, le cisterne e il patrimonio ipogeo che andrebbero valorizzati anche se sono sotto i nostri piedi».