Venturoni: basta intimidazioni
L’assessore attacca il gruppo Villa Pini. I lavoratori assediano la Regione.
PESCARA. Giovedì hanno sequestrato l’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni all’interno dell’assessorato. Ieri hanno bloccato a lungo il traffico tra viale D’Annunzio e via Conte di Ruvo sede dell’assessorato. Continua senza sosta la protesta di alcuni dipendenti del gruppo Villa Pini (i manifestanti fanno riferimento soprattutto alla Uil aziendale) contro la Regione che contesta parte dei crediti rivendicati dal gruppo della sanità privata. La questura di Pescara ha seguito la manifestazione ma a quanto si sa non ha ritenuto di prendere provvedimenti per la clamorosa irruzione di giovedì in assessorato, guidata da Duilio Carusi, direttore amministrativo di Villa Pini e marito dell’amministratrice Chiara Angelini. Ieri Venturoni ne ha parlato anche con il procuratore Nicola Trifuoggi prima di recarsi a Lanciano per una visita istituzionale.
L’assessore è molto irritato soprattutto per essere stato obbligato dai manifestanti a convocare oero e oggi la Cip (la commissione ispettiva permanente) per verificare i crediti vantati dal gruppo privato. Convocazione che l’assessore ha fatto «solo per motivi di ordine pubblico». Ma «il Cip non è organo alle dipendenze dell’assessorato», spiega Venturoni «sono professionisti che operano autonomamente, fanno ispezioni e redigono verbali. E normalmente il confronto con l’azienda non è previsto». Venturoni aveva accettato nei giorni scorsi il confronto con l’azienda solo dietro il pagamento degli stipendi arretrati. Poi giovedì la situazione è precipitata e l’assessore si è visto costretto a convocare la commissione. «Ma così non può andare avanti», dice, «un organo ispettivo non si può riunire con la pistola puntata. Ma ormai abbiamo capito che il clima rovente lo vuole l’azienda, non i lavoratori. L’altra sera a incitare i dipendenti a insorgere c’era il direttore amministrativo di Villa Pini.
Una cosa inaccettabile. Ma noi non ci faremo intimidire. Le regole vanno rispettate. Lunedì la Cip si riunirà ancora ma a una sola condizione: che la situazione sia tranquilla e che non ci sia nessuno sotto l’assessorato». Prende le distanze la Uil regionale e nazionale. In una nota firmata dai segretari generale Uil Abruzzo, Roberto Campo, generale Uil Fpl Abruzzo, Fabio Frullo, e Uil Fpl nazionale, Giovanni Torlucci, il sindacato chiede ai lavoratori forme di lotta composte, «nei confini previsti dalla legge e nel rispetto delle istituzioni. Azioni e comportamenti abnormi come quelli di giovedì presso l’assessorato regionale alla Sanità sono giudicati intollerabili dalla Uil». Il sindacato guidato da Campo chiede nello stesso tempo alle istituzioni che sia «individuata e immediatamente praticata una soluzione che dia una prospettiva lavorativa ai dipendenti del Gruppo Villa Pini, a prescindere dai destini dell’imprenditore, dentro le norme e le esigenze di riorganizzazione della sanità regionale».
Ma la Uil si preoccupa anche di recuperare «una condizione unitaria della vertenza insieme alle altre organizzazioni sindacali», ponendo «la tutela dei lavoratori e le esigenze di riforma del sistema sanitario regionale quali unici punti di riferimento». Intanto si attende la seduta di martedì del consiglio regionale, quando arriverà in aula il disegno di legge Venturoni che pone condizioni più stringenti per l’accreditamento e in particolare il ritiro dell’accreditamento se il gruppo privato non paga stipendi e contributi per tre mesi. La Cgil ieri, attraverso Angela Scottu della segreteria regionale, è tornata a sottolineare la necessità che il provvedimento vada integrato con un emendamento «che preveda la retroattività per quanto riguarda i tre mesi di mancato pagamento».
Inoltre, aggiunge la Scottu, «va inserito un comma che preveda che in caso di revoca si adotti un provvedimento che garantisca la continuità del servizio». Contrario alla retroatività è l’Udc. «Sbaglia chi nel legiferare», dice il capogruppo Antonio Menna, «traccia le nuove regole sull’accreditamento pensando esclusivamente a Villa Pini, trascurando il particolare che la norma così modificata va applicata a tutte le Case di Cura private, ma soprattutto che non può essere retroattiva e non può certo riguardare l’emergenza attuale». Per il Pd che martedì presenterà propri emendamenti al ddl Venturoni «la proposta della Regione per Villa Pini non è una soluzione. I lavoratori», dice il segretario regionale Silvio Paolucci «sono allo stremo e non si può chiedere loro di restare in questa condizione altri mesi».
L’assessore è molto irritato soprattutto per essere stato obbligato dai manifestanti a convocare oero e oggi la Cip (la commissione ispettiva permanente) per verificare i crediti vantati dal gruppo privato. Convocazione che l’assessore ha fatto «solo per motivi di ordine pubblico». Ma «il Cip non è organo alle dipendenze dell’assessorato», spiega Venturoni «sono professionisti che operano autonomamente, fanno ispezioni e redigono verbali. E normalmente il confronto con l’azienda non è previsto». Venturoni aveva accettato nei giorni scorsi il confronto con l’azienda solo dietro il pagamento degli stipendi arretrati. Poi giovedì la situazione è precipitata e l’assessore si è visto costretto a convocare la commissione. «Ma così non può andare avanti», dice, «un organo ispettivo non si può riunire con la pistola puntata. Ma ormai abbiamo capito che il clima rovente lo vuole l’azienda, non i lavoratori. L’altra sera a incitare i dipendenti a insorgere c’era il direttore amministrativo di Villa Pini.
Una cosa inaccettabile. Ma noi non ci faremo intimidire. Le regole vanno rispettate. Lunedì la Cip si riunirà ancora ma a una sola condizione: che la situazione sia tranquilla e che non ci sia nessuno sotto l’assessorato». Prende le distanze la Uil regionale e nazionale. In una nota firmata dai segretari generale Uil Abruzzo, Roberto Campo, generale Uil Fpl Abruzzo, Fabio Frullo, e Uil Fpl nazionale, Giovanni Torlucci, il sindacato chiede ai lavoratori forme di lotta composte, «nei confini previsti dalla legge e nel rispetto delle istituzioni. Azioni e comportamenti abnormi come quelli di giovedì presso l’assessorato regionale alla Sanità sono giudicati intollerabili dalla Uil». Il sindacato guidato da Campo chiede nello stesso tempo alle istituzioni che sia «individuata e immediatamente praticata una soluzione che dia una prospettiva lavorativa ai dipendenti del Gruppo Villa Pini, a prescindere dai destini dell’imprenditore, dentro le norme e le esigenze di riorganizzazione della sanità regionale».
Ma la Uil si preoccupa anche di recuperare «una condizione unitaria della vertenza insieme alle altre organizzazioni sindacali», ponendo «la tutela dei lavoratori e le esigenze di riforma del sistema sanitario regionale quali unici punti di riferimento». Intanto si attende la seduta di martedì del consiglio regionale, quando arriverà in aula il disegno di legge Venturoni che pone condizioni più stringenti per l’accreditamento e in particolare il ritiro dell’accreditamento se il gruppo privato non paga stipendi e contributi per tre mesi. La Cgil ieri, attraverso Angela Scottu della segreteria regionale, è tornata a sottolineare la necessità che il provvedimento vada integrato con un emendamento «che preveda la retroattività per quanto riguarda i tre mesi di mancato pagamento».
Inoltre, aggiunge la Scottu, «va inserito un comma che preveda che in caso di revoca si adotti un provvedimento che garantisca la continuità del servizio». Contrario alla retroatività è l’Udc. «Sbaglia chi nel legiferare», dice il capogruppo Antonio Menna, «traccia le nuove regole sull’accreditamento pensando esclusivamente a Villa Pini, trascurando il particolare che la norma così modificata va applicata a tutte le Case di Cura private, ma soprattutto che non può essere retroattiva e non può certo riguardare l’emergenza attuale». Per il Pd che martedì presenterà propri emendamenti al ddl Venturoni «la proposta della Regione per Villa Pini non è una soluzione. I lavoratori», dice il segretario regionale Silvio Paolucci «sono allo stremo e non si può chiedere loro di restare in questa condizione altri mesi».