Anche Rocco Siffredi positivo al Covid: "Test rapidi inutili e dannosi, non fidatevi"

29 Ottobre 2020

L'attore abruzzese "re del porno" in quarantena in casa a Budapest, contagiata tutta la famiglia. E si scatena l'ironia sui Social con battute e riferimenti alle sue doti

PESCARA. «I test rapidi per rilevare il Covid-19, anche se costosi e comprati in farmacia, sono inutili e dannosi. State attenti, non fidatevi»: l'attore abruzzese "re del porno" Rocco Siffredi (di Ortona) attribuisce a due "falsi negativi" il focolaio che ora tiene in ostaggio lui e la sua famiglia in casa a Budapest.

Al telefono riferisce di avere contratto il virus a Roma, con ogni probabilità venerdì 16 ottobre, ad una cena, e di avere acquistato in Italia test e medicinali, solo per precauzione, prima di rientrare in Ungheria.

La notizia ha subito fatto il giro dei social scatenando l'ironia degli utenti che hanno commentato la cosa con battute e riferimenti al lavoro (e alle doti) di Rocco.

«Siamo partiti da Budapest negativi al 100%. Avevamo fatto i test molecolari. Sono andato a Roma con mia moglie per incontri legati al film sulla mia vita, un biopic a puntate in fase di scrittura che dovrebbe uscire nel 2022 e per il quale abbiamo individuato il protagonista», racconta la star internazionale del cinema porno confermando la notizia della positività al Covid anticipata dal sito Dagospia. «Per evitare di dover fare la quarantena al ritorno, come imposto in Ungheria, con tanto di visite in casa della polizia, ci siamo fatti fare un invito "business" grazie al quale è possibile muoversi con libertà».

Ma, al ritorno, qualcosa non è andato per il verso giusto. «Io e mia moglie abbiamo iniziato ad avere sintomi influenzali e siamo rimasti in casa. Per ben due volte i test comprati in Italia hanno dato esito negativo. Dopo il secondo tampone ci siamo tranquillizzati e abbiamo riabbracciato i nostri due figli, Lorenzo di 24 anni e Leonardo di 21». L'indomani anche loro hanno iniziato a sentirsi male. «Ieri mattina abbiamo deciso di fare anche un test molecolare e alle ore 18 ci hanno chiamati dal laboratorio per comunicarci che eravamo tutti positivi, anche la fidanzata del mio figlio grande, la nostra domestica e il marito. Siamo infetti e con sintomi, tutti».

Siffredi non riesce a darsi pace soprattutto per le persone più anziane, cioè la donna di servizio e il marito. «Non mi perdonerei di aver fatto del male a loro, che hanno 70 e 75 anni», dice. La preoccupazione riguarda anche la famiglia della fidanzata del figlio, che è ora in attesa dell'esito del test. «Io e mia moglie - racconta - siamo stati attenti. Il nostro hotel a Roma era semi vuoto ma i mezzi pubblici erano affollatissimi. L'ultima sera al ristorante eravamo seduti e distanziati ma ci siamo distratti e lasciati andare a qualche stretta di mano di troppo. C'erano alcuni colleghi attori, non del cinema porno. Una persona che era lì ci ha poi chiamati comunicandoci la positività al Covid di uno di loro». Due giorni dopo, a Budapest «sono apparsi i primi sintomi con un po' di febbre e di tosse e io e mia moglie abbiamo detto ai figli di stare lontani, di non toccarci», racconta. Sembrava una leggera influenza. «Abbiamo fatto un primo test, da Roma ci hanno detto di ripeterlo, sempre con una goccia di sangue: negativo. Soprattutto mia moglie stava ancora male», spiega.

Siffredi è furioso per il contagio inconsapevole a macchia d'olio: «È sbagliatissimo mettere in circolazione test fai da te, un business dannoso. Bisogna fare solo test molecolari L'altra cosa che non va sono i mezzi di trasporto. A Parigi in aeroporto ci siamo trovati con migliaia di persone addosso», racconta. «I ragazzi ora stanno meglio mentre io e Rosa abbiamo perso il gusto e abbiamo ancora sintomi». Le terapie proseguono a domicilio. «Sento al telefono medici italiani e seguo le loro indicazioni, mi sento più tranquillo», spiega Rocco. Il Covid rischia di fargli saltare un lavoro al quale tiene molto. «Proprio ieri - racconta - avrei dovuto mandare un test negativo in Turchia per girare dal 16 novembre 8 spot sull'educazione sessuale insieme alla pornostar statunitense Lisa Ann. Un messaggio molto importante in un Paese musulmano. Spero di poterlo fare».

A Las Vegas 3 anni fa «Rosa stava per morire per una brutta influenza. Era disidratata, aveva la bocca appiccicata, non dava quasi segni di vita. Stavolta - conclude - sono convinto che si tratti di una malattia meno grave, almeno nel nostro caso, non vorrei essere frainteso da chi ha perso i suoi cari».

Giorgiana Cristalli (Ansa)