Da Cellino San Marco con furore
La vita non finisce mai di sorprendere. Chi avrebbe mai detto che Al Bano potesse diventare un pericolo per la sicurezza nazionale dell’Ucraina. Al massimo, avremo sospettato che il cantante di Cellino San Marco potesse minacciare i timpani di chi non ama il genere melodico-gridato. Ma da qui a mettere in pericolo la vita degli ucraini ne passa. Il fatto che sia finito in una lista nera, in compagnia di altre 146 persone, ha sorpreso pure lui, l’interprete di Nostalgia canaglia. «Non ho mai detto una parola contro l'Ucraina», ha detto l’uomo dall’ugola erculea. «Mai fatto neanche un apprezzamento. È inaccettabile che proprio io che canto da sempre la pace ora venga trattato come un terrorista. Non ho mai posseduto armi, neanche quelle mentali». Il sospetto più accreditato è che a infilare Al Bano in questo intrigo internazionale sia stata la sua amicizia con Putin. Ma lui minimizza il rapporto con il presidente russo: «Quella con Putin non è un'amicizia, ma una semplice conoscenza, favorita anche dal fatto che lui è presidente onorario della Federazione internazionale dello judo e io ne sono ambasciatore nel mondo. Ho cantato per lui ma anche per tanti altri capi di Stato e pure per Giovanni Paolo II». Che sia una mossa di judo del cantante di Felicità, più dei cannoni di Putin, a impensierire gli ucraini? Il mistero s’infittisce.
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