Green pass sul lavoro, le 10 domande più frequenti
Oggi i controlli sulla certificazione verde, guarda le risposte per cancellare gli ultimi dubbi sulle nuove regole
Oggi (venerdì 15 ottobre) c'è l'esordio del Green pass sul lavoro. Ma in tanti sono coloro che hanno dubbi su come funziona. Ecco le dieci domande più frequenti e le risposte del Ministero.
1) Per chi è obbligatorio il Green pass?
Per chiunque lavori nel settore pubblico e privato, con qualsiasi tipo di contratto e a qualunque livello. Tutti i lavoratori dipendenti, inclusi quelli di aziende che hanno in appalto servizi di ristorazione, pulizia, manutenzione, distribuzione, oltre a tutti i consulenti e collaboratori, anche se si tratta di lavoratori autonomi.
Sono esenti coloro che hanno ricevuto il vaccino ReiThera in fase di sperimentazione, quelle in possesso di un certificato di vaccinazione rilasciato dalle autorità della Repubblica di San Marino e i soggetti che non possono vaccinarsi per motivi di salute sulla base di idonea certificazione medica, perché immunodepressi o di salute particolarmente fragile. Non esiste una stima numerica per quest’ultima categoria.
2) Chi controlla?
Spetta ai datori di lavoro (capufficio, dirigenti o legali rappresentanti di un’azienda). È possibile designare un delegato che lo faccia per conto loro, nel rispetto delle modalità previste dal decreto e dalle norme sulla privacy. Nel caso dei lavoratori autonomi, viene considerato “datore di lavoro” il committente, colui che ha stipulato il contratto di collaborazione o consulenza o i titolari del luogo in cui ci si reca fisicamente a lavorare.
Per esempio, la certificazione dei lavoratori nel settore domestico – come colf, baby sitter o badanti – va controllata dalla famiglia presso la quale lavorano. Come funziona il controllo? Il controllo può avvenire ogni giorno all’ingresso – rendendo più flessibili gli orari lavorativi per evitare ritardi e code – oppure a campione, su un gruppo non inferiore al 20 per cento del personale presente, a rotazione per assicurare la verifica di tutto il personale. Il governo ha messo a disposizione l’app gratuita Verifica C-19 per scannerizzare il qr code presente sulle certificazioni.
Il decreto legge 139 consente ai datori di lavoro di chiedere in anticipo se il lavoratore è in possesso di green pass per poter sapere su quante persone fare affidamento nel programmare turni e mansioni.
3) Che cosa succede a chi non ha un green pass valido al momento del controllo?
Chiunque sia sprovvisto di green pass sul posto di lavoro viene considerato assente ingiustificato e non riceve né stipendio né contributi o emolumenti vari nei giorni in cui ne è privo. Se i controlli sono a campione, i lavoratori presenti trovati senza green pass ricevono una multa dai 600 ai 1.500 euro, che può raddoppiare in caso di violazione reiterata. Non possono però essere sospesi o licenziati in alcun caso per questa ragione. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, i giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita di anzianità di servizio.
4) Si possono sostituire i lavoratori senza certificazione verde?
Soltanto le aziende con meno di 15 dipendenti possono sostituire un lavoratore per un massimo di dieci giorni.
5) Che cosa succede ai datori di lavoro che non svolgono i controlli?
Forze di polizia, forze armate, pubblici ufficiali, personale dell’azienda sanitaria locale e ispettori del lavoro possono eseguire accertamenti per assicurarsi che un datore di lavoro stia controllando i green pass. In caso di mancanze, c’è una multa da 400 a mille euro. Le aziende che scelgono di fare controlli a campione non vengono multate nel caso in cui le autorità confermino che le verifiche siano comunque state effettuate nel rispetto delle disposizioni.
6) Dopo il controllo, che cosa succede ai dati personali dei lavoratori?
I datori di lavoro possono tenere traccia della data e dell’orario della verifica, di chi l’ha effettuata e se il green pass sia risultato valido o meno, ma non possono conservare alcun documento che includa dati sensibili dei lavoratori, inclusi documenti, certificati di alcun tipo, risultati di tamponi e copie delle certificazioni verdi. È esplicitamente vietato trattare le informazioni rilevate dal qr code e qualsiasi altro dato ottenuto durante i controlli per finalità ulteriori a quelle previste.
7) Quando cessa l’obbligo del Green pass?
L’obbligo resta in vigore fino alla data di fine dello stato di emergenza sanitaria, che al momento è fissata per il 31 dicembre 2021.
8) Quali sono i settori a rischio interruzione per l’introduzione dell’obbligo di green pass?
Il ministero dell’Interno ha emesso una circolare in cui consiglia alle aziende nel settore della logistica di pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati, per evitare “eventuali defezioni dovute alla mancanza di green pass suscettibili di determinare una grave compromissione dell’operatività degli scali”. L’intera filiera della logistica è alle strette, dato che basta l’assenza di una sola persona per ritardare o bloccare una consegna e il 30 per cento degli autotrasportatori non è vaccinato, secondo le stime di Conftrasporto-Confcommercio. Questo anche perché molti autotrasportatori sono stranieri, e quindi vaccinati con farmaci non riconosciuti in Italia o non vaccinati. Sono state sollevate preoccupazioni anche per il funzionamento dei trasporti locali e per le piccole imprese nel settore dell’artigianato e del commercio, che temono di non riuscire a trovare abbastanza personale specializzato.
9) I parrucchieri, gli estetisti e gli altri operatori del settore dei servizi alla persona devono controllare il green pass dei propri clienti? E i clienti?
I clienti sono esenti da controlli di questo tipo. Inoltre, questi non sono tenuti a chiederlo a chi svolge l’attività lavorativa in questione. Così come i clienti dei tassisti o degli autisti di vetture a noleggio con conducente.
10) L’utilizzo del Green pass sostituisce i protocolli e le linee guida di settore contro il Covid-19, come la sanificazione, il distanziamento e l’uso di mascherine?
No, l’uso del Green pass è una misura ulteriore, non sostitutiva.