I nostri errori? Sempre colpa degli altri
La nuova Guida Michelin dei ristoranti toglie una delle due stelle che, fino all’anno scorso, aveva assegnato al locale dello chef Gianfranco Vissani, e lui risponde piccato: «La Michelin è una vergogna italiana, un discorso solo commerciale. Aveva ragione Gualtiero Marchesi: ma da chi siamo giudicati? Per loro è un gioco, per noi no». L’Inter perde per 3-2 la partita di Champions League contro il Borussia Dortmund e il suo allenatore, Antonio Conte, se la prende con la sua società che non gli garantirebbe una squadra all’altezza della competizione europea: «Qui si è programmato all’inizio, ma sicuramente si poteva programmare molto, ma molto meglio. Sono stati fatti degli errori importanti. Noi non possiamo fare campionato e Champions League in queste condizioni». Sia Vissani che Conte interpretano bene lo spirito dei tempi che viviamo in Italia. Non siamo più disposti ad accettare le sconfitte come una conseguenza anche delle nostre incapacità. C’è sempre qualcun altro al quale addossare la colpa delle nostre imperfezioni, dei nostri errori. Il narcisismo di cui siamo un po’ tutti schiavi, impone la sua legge inesorabile. Ma è una regola distruttiva che, lisciando il pelo al nostro amor proprio, fa carta straccia del senso di responsabilità individuale, pietra angolare di ogni comunità che aspiri a durare nel tempo.
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