Il dialogo fra Tiziano e Matteo

17 Maggio 2017

Il babbo: «Mai visto Romeo, fidati». Il figlio: «Non ti credo, non prendermi in giro»

ROMA. Il 2 marzo 2017 alle 9.45 di mattina Tiziano Renzi parla al telefono con il figlio Matteo. I magistrati lo stanno intercettando nell'ambito dell'inchiesta Consip. Il testo dell'intercettazione arriva al giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo, che la pubblica nel suo libro «Di padre in figlio». Il capitolo sulla telefonata tra Tiziano a Matteo è oggi sulle pagine del Fatto. Il dialogo riportato da Lillo ha a che fare con la conoscenza dell'imprenditore Alfredo Romeo (accusato di corruzione per gli appalti Consip) da parte di Tiziano Renzi. «È una cosa molto seria», dice Renzi al padre. E si raccomanda: «Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione della Madonnina e del giro di merda di Firenze per Medjugorje». Tiziano, che è devoto alla Madonna e crede nelle sue apparizioni, lo ferma: «Non devi dire così». «Stai distruggendo un'esperienza», replica il figlio, che poi aggiunge: «Devi dire nomi e cognomi». «È vero che hai fatto una cena con Romeo?» chiede Matteo al padre. I carabinieri nel brogliaccio annotano: «Tiziano dice di no e che le cene se le ricorda ma i bar no».

E poi: «Matteo ascolta: io non ho mai incontrato Romeo. Fidati». «Non ti credo», è la risposta di Renzi jr. Tiziano insiste: «Non me lo ricordo». Poi aggiunge: «L'unico può essere stato...». Matteo lo interrompe: «Non ti credo e devi immaginarti cosa può pensare il magistrato. Non è credibile che non ricordi di avere incontrato uno come Romeo, noto a tutti e legato a Rutelli e Bocchino». Tiziano risponde citando un ricevimento in un albergo: «Quando lui ha fatto il ricevimento al Four Season c'erano una serie di imprenditori ma c'era anche Lalla (Laura Bovoli, madre di Matteo Renzi, ndr) e siamo andati via subito». Allora Matteo si raccomanda: «Non dire che c'era mamma, altrimenti interrogano anche lei». Poi prosegue: «Hai incontrato Romeo in un'altra situazione?». Tiziano ancora una volta risponde che non ricorda. Matteo ribatte: «Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie». Tiziano si difende: «Se non me lo ricordo, non posso farci nulla». Matteo aggiunge: «Io non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l'hai detta a Luca, e non farmi aggiungere altro. Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e devi riferire tutto quello che vi siete detti».