Il rutto non è più libero, costa 700 euro
Quanto può valere un rutto? Quello di Fantozzi era gratuito, libero insomma, e faceva parte di un rituale rigorosissimo organizzato dal ragionier Ugo per seguire in tv una partita della Nazionale. «Fantozzi», scrive Paolo Villaggio, «aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero!». Costerà, invece, 700 euro a un signore di 44 anni di Vicenza, il suo rutto di scherno verso un pensionato che gli impediva di spostare la bicicletta con la sua auto parcheggiata. Il prezzo del rutto lo ha stabilito un giudice di pace. La storia risale a tre anni fa. Il ciclista aveva insultato l’automobilista e, alla fine, gli aveva ruttato a pochi centimetri dal viso. Il ciclista era stato denunciato per ingiurie ma, nelle more del post-rutto, il reato era stato depenalizzato. Così il pensionato aveva promosso una causa di risarcimento. Sembra che a convincere il giudice sia stato anche il fatto che il ciclista, mentre eruttava la sua rabbia, abbia tenuto ferma la testa del pensionato. Con l’obiettivo che il messaggio fosse percepito in modo chiaro, senza lasciare spazio a quelle ambiguità interpretative che l’uso delle parole trascina sempre con sé. A differenza di un perentorio e ben modulato «Burp!».
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