L’impossibile ambra dei nostri ricordi
Una lumaca vissuta 99 milioni di anni fa, imprigionata dall’ambra e perfettamente conservata, viene studiata da esperti del Museo Nazionale della Scozia. Il reperto, acquistato da un collezionista di fossili due anni fa, è la prima lumaca preistorica di cui vengano ritrovati anche testa e occhi. A guardarla si intuisce che nel momento in cui è stata intrappolata dalla resina si stava allungando nel tentativo di sfuggire alla sua sorte. Una storia come questa dà le vertigini. Non solo per il tempo – quasi inconcepibile – che ci separa da quel tentativo di fuga congelato come in un fotogramma. A turbarci è anche il contrasto fra quel tentativo di sottrarsi al lavorìo del tempo e la trappola mortale che, invece, ha donato a quella lumaca una sopravvivenza che somiglia all’eternità. Fermare il tempo è uno dei nostri sogni. Ma cercheremmo invano una resina che protegga dall’oblio certi istanti della nostra vita. Vorremmo anche noi conservare nell’ambra il primo bacio di una ragazza e l’ultimo sguardo di nostra madre, la prima volta in un banco di scuola e l’attimo in cui ascoltammo per l’ultima volta una campanella, la prima volta in cui vedemmo un’alba e l’addio a un amico che pensavamo eterno.
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