Mamadou, il migrante che vende libri

19 Agosto 2019

Mamadou non vende accendini, collanine o costumi da bagno, ma libri. Mamadou ha quarant’anni e viene dal Senegal. Ogni mattina, parte da Napoli e si presenta in spiaggia a Paestum. Gira fra gli ombrelloni con la sua sporta di carta stampata in cerca di clienti. «Preferisco vendere libri che cianfrusaglie», ha spiegato a Repubblica. Non sono libri qualunque quelli che Mamadou vende ma favole africane. Ce n’è anche uno che racconta il viaggio della speranza di quattro ragazzi giunti in Italia con i barconi. «La gente è curiosa», ha detto Mamadou, «siamo in tanti a vendere libri di autori africani sulle spiagge italiane da circa dieci anni, è anche un modo per avvicinare le persone alla nostra cultura». È una storia che fa riflettere, al di là dell’intenzione edificante di chi la racconta, questa dell’ambulante di libri. Viene da pensare che Mamadou abbia capito bene la natura tartufesca degli italiani, anche di quelli che sbandierano il loro antirazzismo. È come se avesse compreso che, a volte, siamo, sì, disposti ad accettare i migranti ma a condizione che siano buoni e che sembrino saltati fuori da una fiaba di Gianni Rodari. Sì, insomma, a patto che i diversi che arrivano dall’Africa somiglino un po’ a noi. In fondo, un’altra forma di razzismo.
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