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8 aprile

8 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1992, a New York, negli Stati uniti d’America, il quotidiano "Usa Today" di Tyson Corner in Virginia riportava la notizia riguardante l’affezione da Hiv del tennista afro-americano Arthur Ashe, classe 1943 di Richmond, già ritiratosi dall’agonismo nel 1980, dopo aver vinto tra l’altro tornei prestigiosi come l’Us open ‘68, Wimbledon ’75 e l’Australian open ’70. Aveva contratto il virus da trasfusione di sangue ricevuta nel 1988 durante l’intervento chirurgico al quale si era sottoposto per tentare di migliorare il suo problema cardiaco. Morirà il 6 febbraio dell’anno successivo, 1993, a 50 anni, proprio a NY, per complicazioni legate all’Aids.

La notizia (nella foto, particolare, il fuoriclasse “di colore” impegnato ad assestare un colpo nel torneo di Wimbledon 1969 immortalato nello scatto di Ed Lacey per Popperfoto via Getty Images) gettava nel panico il mondo non solo dello sport. Cambiava la percezione del rischio di essere preda dell’Hiv pur essendo persone “a posto”, ovvero non tossicodipendenti, non omosessuali, non dalle abitudini di vita “dannata” riservata gli irregolari. Come ad esempio Keith Haring, esponente di spicco della street-art, deceduto il 16 febbraio 1990, ancora a New York, a 32 anni, proprio per gli sviluppi legati alla sindrome da immunodeficienza acquisita.

La vicenda Ashe si aggiungeva al caso del cestista Earvin “Magic” Johnson, già stella dei Los Angeles Lakers, che aveva rivelato la propria sieropositività in occasione del primo ritiro, il 7 novembre 1991. Nel Belpaese si riallaccerà alla triste sorte del poeta Dario Bellezza, del 1944, romano, scoperto e lanciato da Pier Paolo Pasolini, già vincitore del premio Viareggio ’76 per la raccolta di versi intitolata “Morte segreta” pubblicata dall’editore milanese Garzanti, che il 4 ottobre 1995 verrà scoperto dai carabinieri mentre si sottoporrà alla terapia, millantata come miracolosa, a base di onde elettromagnetiche, sperimentata dal progettista elettronico Giuseppe Marineo. Ne nascerà il relativo scandalo. Poi spirerà il 31 marzo 1996, nella Capitale, proprio per l’Aids.