Il commentone della 31esima giornata di Serie A

Stop per l'Inter, con il Napoli che stasera può approfittarne e portarsi a -1. Bagarre in zona europea, con gli scontri diretti che terminano tutti sul punteggio di parità, tranne la Lazio che batte l'Atalanta a Bergamo. Nella lotta salvezza, importante balzo del Como
Genoa vs Udinese
La trentunesima giornata si apre con l'anticipo del venerdì tra Genoa e Udinese. Prima frazione di gara giocata a buon ritmo, con qualche occasione per parte: al colpo di testa di Thorsby in avvio, sul quale Okoye sfoggia tutti i suoi riflessi e salva, risponde Lucca, che sigla il vantaggio poco dopo la mezz’ora usando però un po’ troppo la propria fisicità, con la rete che viene annullata per una trattenuta su de Winter. Nel secondo tempo i friulani sprecano un'occasione gigantesca appena un minuto dopo la ripresa del gioco: Atta con una magia salta Martin e poi mette a rimorchio per Lucca, che tira fuori a porta completamente spalancata. Il Grifone approfitta della scarsa lucidità sottoporta degli avversari e segna il gol dell’1-0, al minuto 77: Frendrup trova lo spazio per servire Ekuban, che può così puntare la difesa avversaria.
Arrivato in area, l’ala italiana cambia passo e va sul fondo, mettendo un cross basso al centro dell’area piccola: Okoye sfiora soltanto e sulla seconda palla arriva Zanoli, che ribadisce in porta di controbalzo. Bellissimo gol dell’ex Napoli, che non poteva trovare un momento migliore per segnare il primo gol stagionale. Nel finale succede di tutto! Prima Okoye si esalta su Ekuban e sulla ribattuta Thorsby colpisce il palo, poi arriva il pari di Rui Modesto al 93', annullato dopo un lungo controllo al var per un fuorigioco millimetrico di Lucca a inizio azione. Con quest'importantissimo risultato, la formazione di Vieira è virtualmente salva, grazie soprattutto al proprio allenatore, subentrato a stagione in corso al posto di Gilardino. Da quando l’ex Strasburgo è arrivato sulla panchina genoana, c’è stato un vero e proprio cambio di rotta: 7 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte, tutte contro squadre che combattono per il titolo o per un posto in Europa. Insomma, un rendimento veramente di alto livello.
Monza vs Como
Il sabato inizia con il derby lombardo tra Monza e Como. Rispetto alle ultime giornate, i brianzoli approcciano bene la partita e vanno anche in vantaggio, con Dany Mota: lancio profondo di Kyriakopoulos al 5’ che diventa buono per l’attaccante portoghese, bravo a liberarsi di Kempf con una spallata e poi a concludere in porta. Per la salvezza sono mancati proprio i gol dell’ex Juve, che torna al gol dopo ben 166 giorni. Il pareggio biancoblu è quasi immediato e porta la firma di Ikoné: bella trama di gioco della squadra di Fabregas che libera l’ex Fiorentina, bravo a convergere verso il centro e a trafiggere Turati con un preciso rasoterra. Nonostante il buon inizio, alla prima difficoltà i biancorossi si disuniscono ed escono mentalmente dalla partita. I comaschi ne approfittano, tanto che al 39’ concretizzano la rimonta: cross basso di Caqueret, liscio clamoroso di Pedro Pereira che favorisce Diao, freddissimo a sfruttare l’occasione.
Dall’intervallo il Monza torna in campo più aggressivo, sfiorando il 2-2 in una doppia occasione: su situazione di ripartenza, Keita Balde viene servito da Ciurria e colpisce di prima intenzione, con Butez che para anche con l’aiuto della traversa. Sulla ribattuta, altra conclusione, stavolta di Dany Mota, e altra parata di Butez, che alza il pallone sopra la traversa. Paradossalmente, il doppio pericolo creato non aiuta la squadra di Nesta, che si impaurisce sempre più e si rintana nella propria area. La fotografia del momento dei padroni di casa è il gol subito al 51’, che chiude la partita: Vojvoda riceve sulla trequarti e avanza indisturbato, non trovando alcuna opposizione fino all’ingresso in area, quando fa partire un missile che si insacca dopo aver accarezzato la traversa. 3 punti di vitale importanza per il Como, mentre la retrocessione brianzola diventa ormai solo una questione di tempo.
Parma vs Inter
Alle 18 va in scena il match tra Parma e Inter, tra la quintultima della classe e la capolista. Partita molto divertente, con opportunità da ambedue le parti. Iniziano meglio i Ducali, che hanno una chance gigantesca al 10’ con Bonny: Sohm mette un filtrante con i giri giusti per Valeri e, dopo aver alzato la testa, cerca di assistere il proprio attaccante, il cui tentativo viene parato grazie a un intervento miracoloso di Sommer. Gol sbagliato, gol subito: dopo appena 4 minuti dall’errore di Bonny, i nerazzurri mettono la freccia e passano a condurre. Trama sull’out mancino, la fascia da cui nascono quasi tutte le azioni offensive della Beneamata, che vede Dimarco andare sul fondo, favorito da un rimpallo: il cross basso dell’esterno italiano viene sporcato e diventa buono per Darmian, che di prima intenzione spedisce alle spalle di Suzuki. I gialloblu però non demordono e si gettano nuovamente all’attacco: Bonny resiste di fisico a Bastoni, poi passa con una gran giocata su Darmian e infine appoggia per Man, la cui conclusione precisa e anche angolata viene sventata da un super riflesso di Sommer.
Il copione sembra molto simile a quello di prima: dopo la grande chance di Bonny è arrivato il gol di Darmian, ora dopo l’opportunità di Man, super occasione per Lautaro Martinez, che però si divora il gol centrando in pieno Suzuki. Allo scoccare del 45’ il Biscione raddoppia, con un gol a dir poco rocambolesco: imbucata geniale di Darmian per Mkhitaryan, che sfrutta il mal posizionamento di Almqvist per inserirsi in posizione regolare. Giunto al vertice dell’area, l’armeno serve al centro il solissimo Thuram, che colpisce malissimo, masticando la conclusione che gli sbatte anche sul petto prima di terminare in porta. La seconda metà di gioco dei meneghini non è sicuramente all’altezza, con la squadra che torna in campo con troppa sufficienza e presunzione, forse pensando di aver già messo in cassaforte il risultato. La formazione di Chivu, invece, sfrutta l’intervallo per riorganizzare le idee e i primi risultati si vedono circa all’ora di gioco: Pellegrino e Bonny fanno un gran lavoro spalle alla porta, appoggiando poi la sfera per Bernabè che, dopo aver preso la mira, fa partire un mancino imparabile, che riapre completamente l’incontro.
L’Inter accusa il colpo e non riesce a reagire, facendosi schiacciare dai Crociati. Il pari arriva appena 9 minuti dopo, sempre con lo zampino dei due attaccanti: Pellegrino viene servito sempre spalle alla porta e, dopo aver resistito alla carica di Bisseck, serve Ondrejka sull’esterno. L’ex Anversa prova a prendere velocità con un doppio passo e poi tira, trovando la prima rete in Serie A, complice anche una deviazione che mette fuori causa Sommer. I nerazzurri provano a buttarsi in attacco per evitare il risultato-beffa, ma con molta confusione e tanta stanchezza. Nel finale, in ripartenza, il match point ce l’ha Pellegrino, che da due passi conclude fuori di pochi centimetri. Passo falso della capolista, che potrebbe sentire sempre più la pressione del Napoli se dovesse battere il Bologna lunedì sera.
La squadra di Inzaghi forse non può reggere tutte queste partite: è impossibile che arrivati a questo punto dell’anno si possano fare calcoli sulle competizioni su cui concentrarsi maggiormente, ma spesso le seconde linee, quando impiegate, hanno deluso. Bisseck è certamente un buon difensore, ma spesso ha delle amnesie inspiegabili, che in una partita possono pesare moltissimo. Asllani non riesce a sostituire Calhanoglu, così come Frattesi non è allo stesso livello di Barella. Senza puntare ulteriormente il dito contro i singoli, il problema principale è che poiché le riserve non riescono a sostituire i titolari senza che si noti la differenza, è anche fisiologico che ci siano cali fisici durante il corso della stagione, soprattutto tenendo in conto che l’Inter a inizio aprile è in corsa per 3 titoli.
Milan vs Fiorentina
In serata si sfidano Milan e Fiorentina, in una gara che ha il sapore di ultima spiaggia per le speranze rossonere di andare in Europa e per quelle viola di partecipare alla prossima edizione della Champions League. Inizio travolgente dei Gigliati, che dopo appena 10 minuti si trovano già sul 2-0. Il vantaggio dei toscani è scaturito da un erroraccio in fase di costruzione di Musah, che regala il pallone a Gudmundsson: l’islandese punta Tomori, lo salta secco e poi cerca Kean sul secondo palo, con il pallone che non arriva a destinazione per l’intervento di Thiaw, allo stesso tempo provvidenziale e goffo, perché pasticcia e realizza il terzo autogol in campionato, “impresa” che in Serie A non riusciva dalla stagione 1997/1998, quando nell’occasione il giocatore maldestro era stato Jean-Pierre Cyprien del Lecce.
Passano appena 3 minuti ed ecco il raddoppio, al termine di un’azione da manuale: Parisi punta Musah, poi appoggia per Mandragora che di prima intenzione mette un traversone molto pericoloso per Dodo, alle spalle della difesa. L’ex Shakhtar al volo appoggia per Moise Kean, che da due passi scaraventa in porta. Inizio shock del Diavolo, che subisce una vera e propria lezione di calcio in soli 10 minuti. Tuttavia, la formazione di Conceicao dispone di calciatori tecnicamente molto validi e, grazie alla qualità individuale, nasce il gol che dimezza lo svantaggio e riporta la situazione in bilico: Abraham riceve palla sulla trequarti, salta Dodo con un pregevole destro-sinistro, poi chiede e ottiene l’uno-due con Pulisic e infine deposita alle spalle di De Gea. Seconda marcatura consecutiva per il giocatore in prestito dalla Roma, che nonostante qualche critica non sta di certo sfigurando, seppur in un’annata così negativa.
Qui arriva la svolta tattica della gara: il tecnico rossonero opta per una sostituzione, al 23’, mettendo in campo Jovic al posto di Musah, il peggiore in campo per distacco. Questo cambio non è solo offensivo, ma rivoluziona anche la formazione che aveva iniziato la partita: si ritorna al 442, forse il modulo più affine alle caratteristiche dei meneghini. Ed è proprio da questo momento che De Gea è costretto a compiere alcuni interventi salva-risultato: prima su Abraham, poi su Reijnders e infine su Pulisic, a cui risponde da campione. Dopo le tante chances, il pareggio arriva, forse con l’occasione più fortuita tra quelle costruite: Tomori cerca di servire Giménez e sbaglia la misura del passaggio, che però diventa un ottimo filtrante per Jovic, bravo a freddare De Gea nel duello. Prima del triplice fischio, entrambe le squadre sfiorano il gol vittoria, ma si schiantano sui portieri, grandi protagonisti del match. Risultato che non fa felice nessuno e che allontana sempre più i sogni di entrambe.
Lecce vs Venezia
La domenica si apre con la sfida salvezza tra Lecce e Venezia al Via del Mare. Primo tempo con pochissime emozioni e opportunità, prevalentemente di studio tra due squadre che badano più a non scoprirsi che a cercare il vantaggio. E in situazioni come queste, i calci piazzati sono l’arma su cui puntare: proprio da un calcio piazzato prima si rompe e poi si ripristina l’equilibrio. Ad andare in vantaggio sono i Lagunari, grazie alla deviazione amica di Gallo che inganna il proprio portiere. E, come detto, schema analogo anche dall’altra parte: corner di Helgason e testata decisiva di Baschirotto, che sovrasta Cande e spiazza Radu.
Riportato il risultato sulla parità, entrambe le squadre tornano ad attuare una strategia conservativa, con i giallorossi che però provano a conquistare i 3 punti nei minuti finali, mettendo in affanno la difesa arancioneroverde: prima N’Dri centra il palo su suggerimento di Krstovic, poi Radu vola come un gatto su un altro stacco aereo di Baschirotto. Termina 1-1 tra Lecce e Venezia, che non possono dirsi pienamente soddisfatte del risultato considerando la classifica.
Empoli vs Cagliari
Alle 15 si giocano due partite, Empoli-Cagliari e Torino-Verona. Altro scontro salvezza tra Empoli e Cagliari, che vogliono sfruttare il risultato di Lecce e cercare di scongiurare la retrocessione. Questa è la partita con meno situazioni pericolose del weekend, in cui a regnare è la noia. Gli Azzurri provano a creare qualcosa in più degli avversari, ma con scarsi risultati: Caprile compie due buoni interventi sul finale, prima su Cacace e poi su Ebuehi, ma niente di particolarmente difficile. Da tifosi delle due squadre, l’atteggiamento del non scoprirsi può essere interpretato come volontà di racimolare punti per l’obiettivo finale, ma da appassionati di calcio partite come queste sono il motivo per cui molti club chiedono la riduzione a 18 partecipanti, perché lo spettacolo offerto non è sicuramente entusiasmante.
Torino vs Verona
All’Olimpico Grande Torino arriva il Verona, con la possibilità per i granata di entrare nella parte sinistra della classifica. Iniziano meglio gli Scaligeri, che spaventano Milinkovic-Savic prima con Mosquera e poi con Bernede, ma entrambe le conclusioni escono di un soffio a lato, a portiere battuto. Nella ripresa, invece, il Toro si rende più pericoloso e rientra dagli spogliatoi con maggiore convinzione nei propri mezzi, avendo una grandissima occasione di segnare al 62’: calcio d’angolo di Biraghi e fallo di mano di Sarr, punito dall’arbitro Bonacina dopo on field review. Dagli 11 metri si presenta Che Adams, che calcia un brutto rigore, né forte né angolato, facile preda di Montipò. Dopo appena 2 minuti succede l’impossibile, per come si stava mettendo la gara: Milinkovic-Savic si rende protagonista di un errore colossale in impostazione, con Sarr che va a contrastare il rinvio dell’estremo difensore serbo e segna incredibilmente il gol del vantaggio.
I piemontesi sono passati dal possibile +1 a dover rincorrere gli avversari, mentre dall’altra parte Sarr era stato prima protagonista in negativo, regalando il penalty al Toro, e ora è invece l’eroe di giornata. Ma non è tutto: dal vantaggio gialloblu trascorrono solamente 3 minuti ed Eljif Elmas riporta tutto in parità con un mancino chirurgico, a conclusione di un’ottima combinazione con Vlasic. Da segnalare solamente l’espulsione di Ricci a 5 dal 90’, per un intervento scellerato sul classe 2004 Ajayi. Punto prezioso per la formazione di Zanetti, che sale così a +7 sulla zona retrocessione, mentre il Torino getta completamente via la partita, che con un po’ di attenzione di in più avrebbe potuto avere un epilogo diverso.
Atalanta vs Lazio
Alle 18 il match tra Atalanta e Lazio, scontro diretto per un posto in Champions tra due squadre in flessione di risultati. Fin dal primo istante di partita, sia i nerazzurri che i biancocelesti mettono in campo determinazione e soprattutto grande intensità, sintomo di voler combattere per ogni centimetro. L’approccio al primo tempo della Dea è molto simile a quello avuto contro l’Inter, in cui la squadra di Gasperini non riesce a sfondare la ben organizzata difesa capitolina. Non ci sono particolari squilli da registrare fino al 45’, se non una nota dolente per la Lazio: al 33’, ripartenza guidata da Zaccagni che prova a servire in profondità Nuno Tavares, che interrompe la propria corsa sdraiandosi sul prato del Gewiss Stadium. Campanello d’allarme per Baroni, che ha dovuto più volte fare a meno del proprio laterale mancino causa noie muscolari. La ripresa è senz’altro più ricca di occasioni da gol: prima Dele Bashiru costringe Carnesecchi a sporcarsi i guantoni, poi Mandas si esalta sulla deviazione sottoporta di Retegui, che respinge con un’autentica prodezza. Rompono lo stallo le Aquile, con il sesto gol stagionale di Gustav Isaksen: rilancio lunghissimo di Mandas per Dele Bashiru, che sfrutta lo scontro tra Kolasinac e Hien per appoggiare all’ex Midtjylland, bravo a tenere basso il pallone.
Grave errore della difesa bergamasca, che è andata in confusione su un rinvio ampiamente arginabile. Probabilmente l’errore più grande però lo fa l’allenatore orobico, con una doppia sostituzione veramente senza senso: al 75’, escono dal terreno di gioco i due giocatori più pericolosi, Lookman e Retegui, per fare spazio a Maldini e Samardzic, diminuendo così il peso offensivo. Scelta che sembra priva di logica perché la sfida aveva ancora molto da regalare e togliere il capocannoniere del campionato non è mai la soluzione corretta, anzi. Infatti, i nerazzurri non riescono a regalarsi opportunità nel tempo rimasto a disposizione, per la gioia di mister Baroni. Vittoria importantissima della Lazio, che si piazza in sesta posizione a -1 dal quarto posto, occupato dal Bologna, che contro il Napoli avrà l’occasione di superare proprio Retegui e compagni.
Roma vs Juventus
Alle 20.45 altro scontro europeo, tra Roma e Juventus. La partita stenta a decollare nelle prime battute, ma già nella prima frazione di gara entrambe le squadre hanno più di un’occasione importante: prima Cristante colpisce a botta sicura da pochi passi, ma Kalulu salva un gol già fatto; poi Nico Gonzalez impegna e non poco Svilar, che con un colpo di reni e con l’aiuto della traversa nega il primo gol del 2025 al Bicho; infine El Shaarawy, che anticipa di testa Kalulu e scheggia il montante. La rete del vantaggio bianconero è molto bella, al culmine di una grande azione, partita dal recupero palla proprio del goal scorer Locatelli: il centrocampista italiano fa sua la sfera in scivolata e dà il via alla ripartenza. Weah va di prima da Vlahovic, che si gira e allarga a destra dall’onnipresente McKennie: lo statunitense aspetta la sovrapposizione di Kalulu e lo serve nello spazio, con il traversone del francese che viene però allontanato dalla difesa giallorossa. Sul pallone vagante arriva Locatelli, che al volo di destro spedisce all’angolino, non lasciando scampo a Svilar.
Gol bellissimo, che stappa il match. La scelta che cambia la partita viene fatta all’intervallo da Ranieri, che decide di schierarsi a trazione offensiva sostituendo Hummels con Shomurodov. È proprio l’uzbeco a siglare l’1-1, depositando in porta da pochi passi la respinta corta di Di Gregorio. Dopo il pareggio, la Vecchia Signora cerca di non sbilanciarsi per non offrire situazioni favorevoli ai padroni di casa e la Lupa allo stesso modo prova ad attaccare ma senza lasciare spazi in campo aperto. Roma e Juve si dividono così la posta in palio, al termine di una partita in cui si è visto un ben diverso approccio: inizialmente alla ricerca di sbloccare lo stallo iniziale, poi di non voler perdere, anche perché una vittoria dell’una o dell’altra squadra avrebbe potuto spostare gli equilibri della classifica, mentre così la situazione rimane pressoché identica, complici anche i pareggi maturati tra Fiorentina e Milan e tra Atalanta e Lazio, sempre in attesa del Bologna.
A chiudere la 31esima giornata il posticipo tra Bologna e Napoli, un fondamentale scontro per iniziare a delineare le zone alte della classifica: per i felsinei è una sfida fondamentale per poter mettere un po’ di vantaggio sulle inseguitrici e agganciare il terzo posto, per i partenopei invece è importante sfruttare l’occasione di accorciare sull’Inter, a 7 giornate dal gong.
@RIPRODUZIONE RISERVATA