Quei vecchi falsi del Male diventati realtà

29 Ottobre 2019

C’era una volta Il Male. A chi non ha l’età per ricordarlo, Il Male era un giornale satirico di quarant’anni fa famoso per i suoi falsi. Esibiva prime pagine con notizie inventate di sana pianta ma presentate come vere. Qualche esempio? Lo sbarco dei marziani sulla Terra; Ugo Tognazzi arrestato con l’accusa di essere il capo delle Brigate Rosse; e la più crudele: la foto di Aldo Moro in maniche di camicia nella Prigione del popolo con la scritta: «Scusate, abitualmente vesto Marzotto». Ad animare Il male erano disegnatori scrittori e fumettisti come Vincino, Agnese, Andrea Pazienza e Tanino Liberatore. Non si fermava davanti a nulla e nessuno, la satira del Male in anni, quelli della sua breve vita fra il 1978 e il 1982, segnati dal sequestro e dall'uccisione di Moro, dal terrorismo, dal delitto Pecorelli e dalla P2. Visti attraverso la lente deformante del Male, quei cinque anni sono raccontati ora in una mostra aperta fino al 6 gennaio nello spazio di via Ostiense a Roma. A rileggere, oggi, quelle pagine si viene colti da un senso di vertigine. Quei falsi perdono, infatti, quasi la loro patina di assurdità swiftiana se confrontati con la natura paradossale di certe storie italiane di oggi. Tanto che, a volte, le pagine dei giornali che sfogliamo al mattino sembrano involontarie citazioni di quelle antiche, satiriche patacche d’autore.
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