Salire su un tetto per dirsi addio

14 Gennaio 2019

«C’era l'idea di suonare dal vivo in qualche posto. Ci stavamo domandando dove saremmo potuti andare — magari il Palladium o il deserto del Sahara. Ma avremmo dovuto portarci dietro tutta la roba, così decidemmo: “Saliamo sul tetto”». Racconta così, Paul McCartney, l’ultimo concerto dei Beatles, che a fine mese compirà 50 anni. Era il 30 gennaio del 1969 e i Beatles stavano concludendo un mese di prove in studio per un nuovo album davanti alle macchine da presa del regista Michael Lindsay-Hogg. Il film “Let it be” avrebbe dovuto testimoniare il ritorno della band alle origini. Ma le cose andarono diversamente: i diverbi fra i quattro occuparono quasi più tempo della musica. Una delle discussioni più estenuanti riguardava proprio il posto dove esibirsi in concerto per la prima volta dopo l’abbandono dei tour, tre anni prima. Si decise, infine, per il tetto della Apple a Londra. In 42 minuti, i Beatles suonarono cinque canzoni prima di venire interrotti dalla polizia, chiamata da alcuni residenti infastiditi dal rumore. Alla fine, John Lennon siglò così l’addio della più grande band del mondo: «Vorrei ringraziare a nome del gruppo e di noi stessi e spero che abbiamo superato il provino». Così, come se fosse un timido inizio anziché un glorioso epilogo. Un esempio insuperato di sprezzatura.
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