Zamberletti e il senso civico perduto

28 Gennaio 2019

Nei Paesi di lingua inglese li chiamano civil servant. «Civil servant», spiega il dizionario Hoepli, «è chi pone la sua competenza professionale e il suo senso civico al servizio della collettività». Era un civil servant, Giuseppe Zamberletti morto a 85 anni, ieri, a Varese. Parlamentare della Democrazia cristiana dal 1968, Zamberletti è stato il creatore della Protezione civile in Italia, nel 1981, un anno dopo il terremoto in Irpinia e cinque dopo quello nel Friuli in cui aveva operato come commissario straordinario. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha ricordato come «uomo di realizzazioni concrete, proiettato alla costruzione di servizi più moderni ed efficienti, capace di coinvolgere le autonomie territoriali e le formazioni intermedie nell'opera del bene comune». La scomparsa di uomini come Zamberletti suscita un rimpianto reso ogni giorno più aspro. Apparteneva alla schiatta di quei politici parchi nelle esternazioni ma prodighi nelle azioni. Di loro gli archivi non conservano foto in mimetica, ma grigie immagini in doppiopetto. L’aspirazione all’eroismo, se mai fu da essi coltivata, non era alimentata da prodigalità nelle parole bensì da una sobrietà che oggi definiremmo istituzionale ma che altro non era che un modo di ubbidire al comandamento dell’antica, umile Italia: male non fare, paura non avere.
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