1 agosto
Oggi, ma nel 1664, a Szenigotthard, in Ungheria, le truppe della coalizione imperiale, composta da regno di Francia, Sacro romano impero e ducato di Savoia, appoggiata dai principi tedeschi, comandata dal conte italiano Raimondo Montecuccoli, battevano lo schieramento dell’impero ottomano, agli ordini del Pascià Fazil Ahmed Koprulu, nella battaglia di San Gottardo. Le forze a disposizione del generale originario della frazione Montecuccolo di Pavullo nel Frignano, nel modenese, erano di 24.500 armati - per la precisione, 15.330 fanti e 9200 cavalieri - dotati di 25 cannoni.
I soldati della mezzaluna rossa erano 60mila, equipaggiati con 360 “bocche da fuoco” di gran calibro. Nel confronto, le perdite cristiane erano 2mila, contro 15mila della Sublime porta. Lo scontro rientrava nel più alto contesto della guerra austro-turca, cominciata l’anno precedente, a causa delle scorribande croate nel territorio dipendente da Costantinopoli, e che si concluderà con il trionfo delle formazioni coordinate da Vienna.
L’Intervento risolutivo di Montecuccoli (nella foto, particolare, la statua di fattura moderna, realizzata in suo onore, a grandezza naturale, nel castello di famiglia, dal pavullese Giovanni Ferrari, già insegnante di Arredamento, modellistica e scenografia dell’Istituto d’arte “Adolfo Venturi” di Modena) lungo il fiume Raab determinava il posizionamento delle fortificazioni che sarebbero state determinanti per rendere possibile al principe Eugenio di Savoia, “il Gran capitano”, diciannove anni dopo, con la divisa asburgica, nel 1683, a Vienna, il 12 settembre, di fermare definitivamente l’avanzata islamica a nome della Lega santa.