TODAY
10 novembre
Oggi, ma nel 1918, a Santa Sofia, in provincia di Forlì Cesena, alle 16.12, si verificava la scossa sismica, del IX grado della scala Mercalli, che costava la vita a 25 persone. I feriti erano 100. Le vittime erano relativamente poche poiché gli abitanti, complessivamente 8mila, già in allerta da giorni, erano fuggiti dalle abitazioni prima dell’arrivo della scossa più forte.
La maggior parte delle case, che era stata costruita con materiali scadenti e che era poi stata lasciata senza manutenzione, si ritrovava il tetto distrutto. Questo avveniva proprio quando i reduci e gli invalidi di guerra iniziavano a tornare dal fronte, con la speranza di poter coltivare delle terre. Il terremoto colpiva un’area vasta dell’Appennino forlivese. Veniva avvertito fino a Livorno, sulla costa tirrenica, in Toscana, e fino a Fermo, nella parte centro-sud delle Marche. A Santa Sofia (nella foto, particolare, i lavori di demolizione dei fabbricati pericolanti) e a Bagno di Romagna si registravano i danni più ingenti. Nel primo comune crollava anche la volta della chiesa parrocchiale, edificio ritenuto particolarmente simbolico.
Il primo conflitto mondiale si concluderà ufficialmente il giorno successivo, 11 novembre, quando, nel vagone ferroviario di Compiègne, in Piccardia, l’impero tedesco e le potenze alleate firmeranno l’armistizio. Il 4 novembre precedente, invece, era entrata in vigore la pace padovana della villa del conte Vettor Giusti del Giradino, siglata il giorno prima, 3 novembre, che aveva decretato la resa dell’impero austro-ungarico e la vittoria del regno d’Italia. All’inizio di dicembre, sempre nella zona colpita dal terremoto, esonderà il fiume Bidente. L’accadimento aggiungerà difficoltà allo svolgimento della quotidianità.
Contestualmente il decreto legge luogotenenziale 22 dicembre 1918 numero 2080, stanzierà 10 milioni di lire dello Stato per ricostruire i centri danneggiati dal terremoto, inclusi quelli martoriati dal sisma del 2 dicembre 1917, che aveva colpito Santa Sofia, Galeata e Civitella di Romagna. Ma la cifra non basterà che per i raccomodi minimi. A ciò si sommerà l’arrivo del nuovo terremoto, quello del Mugello, del 29 giugno 1919, che avrà ripercussioni anche nell’area già toccata dalle scosse del 1917 e del 1918.