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11 LUGLIO

Oggi, ma nel 1920, a Spalato, città contesa tra il Regno d’Italia e quello neonato di serbi, croati e sloveni, nel tumulto popolare fra simpatizzanti locali e quelli pro Italia, veniva colpito mortalmente, con una scarica di fucile ed una granata, Tomaso Gulli, capitano di corvetta della regia Marina militare italiana, comandante dell’Ariete torpediniere “Puglia”, nave impegnata nell’occupazione militare di zona, dopo il Patto di Londra del 26 aprile 1915. L’ufficiale, originario di Faenza, in provincia di Ravenna, di 41 anni, proveniente da nobile famiglia calabrese, alla testa della “Puglia” dall’1 gennaio precedente, spirerà il giorno dopo per le ferite riportate, nonostante l’operazione che tenterà di salvarlo.

Stessa sorte toccava al fochista Aldo Rossi che, ugualmente, passerà a miglior vita il 12 luglio.

Il sacrificio dei due militari (nella foto, particolare, ritratti nel cartoncino celebrativo coevo alla scomparsa) verrà ricordato anche con la lapide apposta al Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera. Questo perché, tre anni dopo il decesso, nel 1923, in concomitanza con il duplice delitto, la “Puglia” verrà donata a Gabriele D’Annunzio. Che la farà sistemare pomposamente nella sua dimora museo con la prua rivolta verso l’Amarissimo.

In onore di Gulli, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, il 13 settembre 1931, a Roma, nel parco del Pincio, verrà installato il busto commemorativo. Il nome ed il cognome di Tommaso Gulli diverranno emblema della lotta tra italiani e slavi nell’Adriatico. Soprattutto perché Gulli era sceso a terra dal Mas con cannone per tentare di difendere i suoi sottoposti che erano stati aggrediti.