11 marzo
Oggi, ma nel 1973, a Sori, in provincia di Genova, nella galleria Monte Castelletti, sull'autostrada A12, in direzione Genova-Sestri Levante, rimanevano ustionati nell'incidente automobilistico, con tamponamento a catena, i due fratelli industriali Leopoldo e Giovanni Pirelli, della omonima società della gomma, degli pneumatici per auto, dei cavi elettrici e non solo.
Giovanni (nella foto, particolare) morirà, nell'ospedale San Martini, dove verrà ricoverato anche per via delle fratture multiple, per le conseguenze riportate. Il decesso avverrà il 3 aprile successivo, nella città della Lanterna, nella sala rianimazione del reparto grandi ustionati dell'ospedale civile di Sampierdarena, dopo l'impossibilità del trasferimento a Stoccolma, nel centro per grandi ustionati ritenuto in quel tempo il più attrezzato al mondo. Viaggiavano da Chiavari verso Pieve alta, dove stavano andando a visitare la madre, Ludovica Zambeletti, discendente della Zambeletti farmaceutici con sede a Baranzate, in quel di Milano, di 78 anni. Erano a bordo di una Giulia Alfa Romeo 1300, guidata dall'autista Aldo Nardi, e le vetture coinvolte nello schianto erano sei, due delle quali si incendiavano. La Giulia era stata tamponata da una Fiat 128. Proprio Nardi riusciva ad estrarre i due fratelli dalle lamiere in fiamme. Il primo ad uscire era Leopoldo e Giovanni, rimasto poco di più nel rogo, riportava ustioni di terzo grado sul 70 per cento del corpo. Complessivamente i feriti erano nove.
Leopoldo, che dal 1965 era il presidente dell'azienda, dopo essere stato, dal 1956, amministratore delegato e vice presidente, era originario di Velate, frazione di Varese, classe 1925, figlio di Alberto e nipote del senatore Giovanni Battista, fondatore della Pirelli nel 1872. Giovanni, invece, ex partigiano a ridosso del secondo conflitto mondiale, aveva militato nella novantesima brigata Garibaldi "Zampiero" come commissario politico con il nome di battaglia di "Pioppo", data la sua conformazione longilinea. Poi era diventato scrittore, esponente di rilievo del Partito socialista italiano e prima ancora del Partito socialista di unità proletaria. Era nato sempre a Velate, nel 1918, ed era il primogenito di Alberto Pirelli. Non senza trascinarsi tutta la disapprovazione della classe dirigente nazionale e della borghesia lombarda che contava, dal 1948 aveva lasciato al fratello minore la guida effettiva della società di famiglia e si era occupato prevalentemente di politica e di cultura. Considerato intellettuale di spicco del Novecento italiano, era il figlio del padrone schieratosi in difesa dei diritti degli operai e politicamente orientato a sinistra. Aveva dato alle stampe, per i tipi della casa editrice Einaudi di Torino, i volumi: Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, nel 1951; L'altro elemento, nel 1952; Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea, nel 1954; La malattia del comandante Gracco, nel 1955; L'entusiasta, nel 1958; Storia della balena Jona e altri racconti, nel 1962; A proposito di una macchina, nel 1965.