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12 novembre

Oggi, ma nel 1980, a Milano, sulla metropolitana della linea 1, diretta verso la stazione Sesto-Marelli, alle 8,20, un gruppo di fuoco delle Brigate rosse uccideva, con due colpi di pistola calibro 7,65, sparati a bruciapelo alla testa, Renato Briano, direttore del personale della società Ettore Marelli di Sesto San Giovanni, specializzata nella produzione elettromeccanica.

I due terroristi, che agivano a volto scoperto e che appartenevano al commando milanese, scendevano alla fermata "Gorla", facendo perdere le loro tracce. La rivendicazione arriverà all’agenzia giornalistica Ansa, nella sede del capoluogo lombardo, alle 10.

L’omicidio (nella foto, particolare, il cadavere del malcapitato riverso nel vagoncino), tutto politico, rientrava nella campagna di attacco contro la dirigenza di alcune fabbriche, soprattutto nella cintura della città ambrosiana. La vittima, in particolare, sarebbe stata colpevole di aver formulato il contratto di lavoro particolarmente favorevole ai dipendenti, stando alle considerazioni dei vertici sindacali.

Briano aveva 47 anni, era sposato e padre di tre figli ed era figlio, a sua volta, di Italo Briano. Quest’ultimo, aveva lavorato dal 1917 al 1943 nelle Ferrovie dello Stato, prima di lasciare volontariamente per dedicarsi, a Genova, alla propria casa editrice, che durerà fino al 1970 e promuoverà, tra l’altro, il ferromodellismo, ovvero il modellismo ferroviario, come vero pioniere.

Il 29 novembre successivo, sempre nello stesso comprensorio, componenti dell’organizzazione con la stella a cinque punte, in particolare della colonna “Walter Alasia”, fredderanno anche Manfredo Mazzanti, direttore tecnico dell’acciaieria Falck.