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13 giugno

Oggi, ma nel 1944, a Teramo, nell’ex caserma Rossi a Madonna delle Grazie, il giorno prima della liberazione della città, i tedeschi in ritirata fucilavano otto civili. Le vittime erano Bruno Chiavone, di 20 anni; Antonio Cipro, di 16; Antonio Di Bernardo, di 46; Mauro D’Intino, di 23; Carlo Durante, di 16; Luigi Marcozzi, di 48, che era la più anziana; Amedeo Parabella, di 33; Aldo Quarchioni, di 15, che era la più giovane. I responsabili della mattanza non verranno identificati.

Verosimilmente i nazisti avevano scoperto gli sventurati a rubare armi, ma anche vettovaglie e masserizie, nell’edificio militare abbandonato. Il funerale degli otto si terrà il giorno successivo, nella chiesa di Sant’Antonio, contestualmente all’ingresso della formazione partigiana guidata da Alessandro Rodomonti. Quest’ultima anticipava di ventiquattr’ore l’arrivo dell’analogo raggruppamento resistenziale capeggiato da Armando Ammazzalorso.

Le forze alleate angloamericane giungeranno il 17 successivo. Il 14 giugno 1964 verrà apposta la lapide commemorativa (nella foto, particolare) nel luogo del fatto di sangue, in via Cesare Beccaria. Tra i malcapitati Dante De Sanctis, anche lui destinato ad essere giustiziato, riusciva a salvarsi fuggendo e preziosa sarà, negli anni a venire, la sua testimonianza. Tutta la vicenda verrà riportata nel volume di 64 pagine, scritto da Giuseppe Cancellieri, intitolato “Teramo 13 giugno 1944-l’eccidio”, che sarà pubblicato dalla casa editrice teramana Demian nel 2010.