TODAY
15 novembre
Oggi, ma nel 1993, a Nuoro, in località Su Berrinau, alle 21.30, veniva rilasciata, dopo 123 giorni di sequestro da parte dell’Anonima sarda e in seguito al pagamento del riscatto di un miliardo e 200 milioni di lire, Miria Furlanetto, di 52 anni, moglie del notaio Gianfranco Giuliani di Olbia, madre di Alessandra, di 27 anni, e di Andrea, di 20. I rapitori avevano minacciato di mutilare la donna ed avevano inviato al marito anche una videocassetta contenente il filmato che mostrava le condizioni di segregazione disumana nelle quali fosse tenuta la consorte. Quest’ultima (nella foto, particolare, la prima pagina del quotidiano “L’Unione sarda”, del 16 novembre 1993, con l’immagine della donna abbracciata al marito) non aveva potuto togliere le lenti a contatto, perché, quando era stata prelevata da casa sua, il 15 luglio precedente, da due banditi travestiti da rappresentanti dell’Arma, non aveva avuto il tempo di prendere gli occhiali, quindi al termine della prigionia aveva gli occhi irritati da una forte congiuntivite. Inoltre non si era potuta lavare per quattro mesi.
Nella liberazione sarebbero intervenuti, presumibilmente, esponenti della massoneria dell’isola, vicini alla famiglia Giuliani. Ne nascerà un caso di massimo risalto mediatico nazionale. Anche Papa Giovanni Paolo II, nell’Angelus di domenica 25 luglio 1993, aveva dedicato attenzione alla vicenda. Secondo la ricostruzione ufficiale, alle 4 del 16 novembre di quel 1993, Miria Furlanetto arriverà in caserma, dal colonnello dei carabinieri Francesco Angius, comandante provinciale del capoluogo barbaricino, dopo aver vagato da sola in un territorio impervio. I malviventi invischiati nel caso non verranno mai individuati quindi non ci saranno colpevoli assicurati alla giustizia.
Prima del sequestro Furlanetto l’ultimo rapimento avvenuto in Sardegna risaliva al 23 marzo 1992. Si era verificato ad Oristano ed era stato ai danni di Floriana Bifulco, studentessa di 17 anni, figlia di commercianti della città, che era rimasta in ostaggio per sole 36 ore prima di essere rimessa in libertà. Miria Furlanetto morirà, il 5 marzo 2003, a Cuba, dove si recherà in vacanza, per problemi cardiaci che aveva già prima della sfortunata vicenda alla quale era stata sottoposta, ma che si acutizzeranno proprio a causa del periodo trascorso tra le grinfie degli aguzzini. I funerali si terranno a Roma, il 9 marzo 2003, nella chiesa di San Pantaleo. Tutta la drammatica esperienza del sequestro verrà raccontata dal notaio Giuliani, nelle 157 pagine del volume “Improvvisamente dentro un sequestro annunciato”, che verrà pubblicato dalla casa editrice Scheiweller di Milano, nel medesimo 2003.