15 OTTOBRE
Oggi, ma nel 1974, a Robbiano, frazione di Mediglia, in provincia di Milano, Roberto Ognibene, tra i fondatori delle Brigate rosse, uccideva il maresciallo dei carabinieri Felice Maritano. Il sottoufficiale era originario di Giaveno, in quel di Torino, ma genovese d’azione, aveva 55 anni ed era componente del nucleo speciale antiterrorismo dell’Arma. Il brigatista veniva subito arrestato, dopo essere stato colpito da quattro proiettili alla schiena, nel conflitto a fuoco con gli esponenti della Benemerita. Questi ultimi avevano tenuto sotto controllo, per tutta la notte, il covo Br, attendendo il rientro dei fiancheggiatori rossi della lotta armata.
Ognibene era stato l’esecutore materiale, il 17 giugno 1974, a Padova, nella sede del Movimento sociale italiano, dell’assassinio dei missini Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. Era stata quella la prima azione di sangue nel Belpaese rivendicata dall’organizzazione con la stella a cinque punte.
Ognibene, di Reggio Emilia, classe 1954, figlio di Ermes, già assessore socialista alla Provincia di Reggio Emilia, verrà condannato (nella foto, particolare, da destra a sinistra, Ognibene, Nadia Mantovani, Arialdo Lintrami, durante il processo alle Brigate rosse, a Torino, nello scatto proveniente dall’archivio della Fondazione Antonio Gramsci, di Roma, fondo Pci) il 29 gennaio 1975, dalla seconda Corte d’assise milanese, a 28 anni di reclusione e la pena verrà confermata, in appello, l’11 gennaio 1977.
Questo solo per quanto riguarda l’omicidio Maritano. Altri 18 anni di reclusione gli saranno comminati, l’11 maggio 1990, per il duplice delitto Giralucci-Mazzola. Nel comunicato numero 8, del 25 aprile 1978, legato al sequestro di Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana, Ognibene sarà inserito tra i brigatisti detenuti per i quali verrà richiesta la liberazione, in cambio della scarcerazione dello statista pugliese. Si dissocerà dalle Br nel 1983, dopo l’unione con la Mantovani, già compagna di battaglie politiche, nonché in precedenza legata sentimentalmente a Renato Curcio, ideologo del movimento, dalla quale avrà una figlia nel 1990.