16 marzo

Oggi, ma nel 1978, a Portsall di Ploudalmézeau, a nord est del dipartimento francese del Finisterre, naufragava sugli scogli, spezzandosi in due tronconi, per via della rottura dell’impianto idraulico del timone causata dalla burrasca, la petroliera “Amoco Cadiz”, da 234mila tonnellate di stazza lorda e 330 metri di lunghezza, noleggiata dalla compagnia petrolchimica statunitense Amoco, battente bandiera liberiana, carica di 230mila tonnellate di greggio iraniano più 3mila tonnellate di gasolio, combustibile, originariamente destinato alla multinazionale britannica Shell, che veniva sversato lungo 400 chilometri di costa bretone causando il quinto disastro ambientale per portata nella storia delle cosiddette maree nere.
Saranno 90 i centri abitati della Bretagna con la spiaggia che sarà pesantemente invasa dall’inquinamento (nella foto, particolare, la baia di Portsall macchiata durante le articolate operazioni di rimozione del bitume) e serviranno 6 mesi per pompare via la chiazza più scura e maggiormente maleodorante prima di poter passare alla fase di pulizia considerata meno di emergenza. Nel 1982, sull’isola di Ouessant, sempre nel circondario, anche a seguito del precedente disastro della “Olimpic Bravery”, del 13 marzo 1976 proprio in quell'area, con 1200 tonnellate di petrolio fuoriuscito, verrà predisposta una torre radar alta 72 metri necessaria per sovrintendere al transito delle imbarcazioni in quel trafficato tratto di mare, da 50mila unità l’anno.
Il 14 aprile 1992, ad Arenzano, nel genovese, ma di fatto nelle acque antistanti Voltri, accadrà un evento analogo -ma in quella occasione la contaminazione sarà generata dall’incendio scaturito dal malfunzionamento di una pompa nella stiva 3 durante le manovre di travaso e scarico del petrolio- ad una delle gemelle della “Cadiz”, la “Haven”, da 232mila tonnellata lorde di stazza, contraddistinta da bandiera cipriota, sempre in servizio per la Amoco, il cui rogo causerà, oltre all’inquinamento, anche 5 vittime tra i componenti dell’equipaggio. Nel 1992 la Amoco verserà, in via stragiudiziale, 230 milioni di dollari a titolo di indennizzo del danno causato dall’incidente della “Cadiz” sia al turismo che alla pesca che all’ambiente marino in generale, rispetto alla cifra complessiva che ammonterà in 2 miliardi di valuta a stelle e strisce.