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16 OTTOBRE

Oggi, ma nel 2000, a 25 chilometri di distanza da Tblisi, in Georgia, in una zona di campagna, veniva torturato e assassinato da ignoti il radicale Antonio Russo, nato a Chieti, ma residente a Francavilla al Mare, che svolgeva attività giornalistica internazionale per l’emittente Radio Radicale per documentare la guerra in Cecenia in corso.

Russo (nella foto, particolare, impegnato nel realizzare un servizio) erafreelance e non era iscritto all’Ordine dei giornalisti perché contrario, in linea col pensiero dei seguaci di Marco Pannella ed Emma Bonino, all’istituzione. Benché avrà, postumo, il prestigioso Premio Saint Vincent di giornalismo. E, alla sua memoria, a Francavilla al Mare, verrà dedicato il premio per giornalisti di guerra.

L’alloggio che utilizzava in quel frangente verrà ritrovato devastato e non si avranno tracce del telefono satellitare, della videocamera e del computer che utilizzava per svolgere i suoi reportage. Aveva 40 anni ed aveva coperto conflitti in angoli remoti del globo come Algeria, Ruanda, Colombia, Ucraina, Bosnia-Erzegovina, Kosovo. Da Pristina, disobbedendo all’ordine intimato dall’esercito serbo di lasciare la città in assedio, era rimasto l’unico a fornire informazioni, salvo poi riuscire ad abbandonare la piazza mescolandosi ad un convoglio di profughi.

Trasandatamente mimetizzato nelle storie che raccontava, verosimilmente pagava con la vita le scoperte effettuate sul campo, presumibilmente violenze operate dai militari russi ai danni dei civili ceceni, anche bambini, incluso l’utilizzo di armi illegali, con potenziali ricadute sul governo guidato da Vladimir Putin. Al quale, tra l’altro, non verrà chiesto conto della prematura scomparsa dell’atipico cronista.

La vicenda, con contorni rimasti fumosi, verrà rievocata nel film Cecenia, diretto dal regista Leonardo Giuliano, con l’attore Gianmarco Tognazzi ad interpretare Russo, ma la pellicola avrà distribuzione solo in formato dvd per home video limitandone notevolmente la promozione.